Noi ingenui, ancora convinti che i luoghi di culto dovessero rimanere neutri, immuni da tentazioni propagandistiche, fedeli a quella missione di spiritualità e raccoglimento che dovrebbe distinguerli da qualsiasi contesto terreno. Ingenui nel pensare che ogni attività — anche solo indirettamente riconducibile a candidati, simboli o partiti — fosse ritenuta sconveniente da chiunque avesse rispetto per la sacralità dell’altare e della liturgia.
E invece eccoci qui. Nel giorno dell’Immacolata Concezione, durante una celebrazione dedicata alla preghiera e allo spirito, i fedeli della nostra città hanno assistito a un episodio di particolare gravità: il sindaco Mario Nugnes, con il sempre presente Pavone in prima fila, ha preso il microfono durante la Messa trasformando l’altare in un palco politico. Dal pulpito ha chiesto “fiducia”, “continuità del mandato” e “supporto all’amministrazione” per non lasciare “progetti sospesi”, ovvero ciò che non è stato realizzato nel mandato in corso.
Un intervento del genere non solo non ha nulla a che vedere con il rito sacro, ma ne ha spezzato brutalmente il clima di raccoglimento con un messaggio dalla chiarissima natura elettorale. È moralmente inaccettabile che si approfitti di una funzione religiosa per fare campagna politica e ancor più grave è constatare la complicità, o quantomeno la passiva concessione, di un Sacerdote che dovrebbe essere garante della neutralità del luogo di culto.
Un confine sacro è stato oltrepassato. E questo nonostante la Chiesa, nel suo insegnamento bimillenario, abbia sempre tracciato una netta separazione tra sfera spirituale e sfera politica: un principio di rispetto che ha attraversato i secoli e che oggi è stato ignobilmente calpestato dal Sindaco e dai suoi sodali.
Il Tempio non è un luogo per “mercanti”, tantomeno di consenso.
Quanto accaduto rappresenta una ferita profonda per chi crede nella sacralità dei luoghi di culto e nel rispetto della liturgia: un Altare consacrato non è un palco, una Messa non è un comizio, i fedeli non sono un pubblico da convincere, e la preghiera non è una claque pronta ad applaudire.
La responsabilità morale, politica e istituzionale di questo gesto ricade sia su chi ha scelto di trasformare un santo momento in un trampolino pre-elettorale, sia su chi ha permesso che ciò avvenisse. Un affronto ai fedeli, alla comunità cattolica e all’intelligenza dei cittadini. Ma se sul piano etico il gesto è grave, su quello istituzionale è addirittura peggiore: irrispettoso verso una comunità riunita per onorare l’Immacolata, non certo per ascoltare la pre-campagna elettorale del 2027.
Per questi motivi, l’accaduto sarà formalmente segnalato al Vescovo e agli organi competenti, affinché valutino le implicazioni religiose e disciplinari di un’invasione politica non autorizzata durante un rito sacro.
E qui sorge spontanea una domanda: quali progetti avrebbe citato il sindaco nella sua improvvisata “omelia”? Quali grandi traguardi non dovrebbe lasciare "sospesi" un’amministrazione che, pur avendo mezzi notevoli, non ha ultimato nulla di realmente significativo? Che arriva in ritardo persino sulle luci di Natale e si dimentica la tradizionale accensione dell’albero? Piccole distrazioni, forse. O forse erano troppo impegnati a confondere preghiere e comizi.
Ogni volta crediamo di aver toccato il fondo, e puntualmente questa amministrazione riesce a raschiarlo. Ma questa volta si è superato ogni limite: la città è triste, spenta, impoverita. Affonda nella disorganizzazione, nel degrado, nell’inerzia e nell’assenza totale di visione, mentre da un pulpito si pretende — pure con sfacciataggine — fiducia.
Roseto non ha bisogno di messaggi elettorali travestiti da orazioni. Ha bisogno di un’amministrazione che lavori, che risolva problemi reali, che rispetti i luoghi, le persone e la liturgia.
E soprattutto, ha bisogno che la Messa torni a essere Messa, non un comizio mascherato da devozione.
Buon Natale Sindaco
FdI – Lega – FI – NOI Moderati

