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Screenshot_2025-12-10_alle_12.50.30.pngSi accende lo scontro istituzionale tra Teramo e Ascoli sul futuro degli impianti sciistici di Monte Piselli. Dopo le accuse del sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, che ha attribuito al presidente della Provincia di Teramo Camillo D’Angelo la responsabilità del blocco degli impianti – arrivando a sostenere che D’Angelo avrebbe “chiuso tutta la montagna teramana e ora anche quella dei Monti Piselli” – arriva oggi la risposta del presidente teramano, dai toni netti.

«Forse dovrei tornare a fare lezione anche agli ascolani» esordisce D’Angelo, rivendicando la gestione passata del Cotuge. «Per dieci anni ho gestito il consorzio con appena 36mila euro. E ricordo al sindaco Fioravanti che sono stato l’unico a ottenere 400mila euro per la revisione generale degli impianti».

Secondo D’Angelo, la responsabilità dell’attuale situazione non può essere scaricata sulla parte teramana:
«Dal 2017 la gestione è interamente ascolana. Nel 2021 hanno ricevuto 12 milioni e mezzo di euro e ancora non riescono a spenderli, tanto che il senatore Guido Castelli ha revocato loro la gestione. È un segnale chiaro del fallimento del Cotuge: il loro capro espiatorio non posso essere io».

D’Angelo respinge quindi ogni accusa e sposta l’attenzione sulla situazione dei Prati di Tivo, altro fronte caldo della montagna teramana:
«Stiamo arrivando al termine: abbiamo vinto su tutti i fronti giudiziari. Ora abbiamo incaricato l’ufficiale giudiziario per riprenderci gli impianti e poi partiremo con i lavori. Si lavora già per la prossima estate. Non ci spaventa la revisione quinquennale: faremo ciò che si deve».

Lo scontro tra amministrazioni, nato all’indomani dell’annuncio della chiusura della stagione a Monte Piselli, sembra dunque destinato a proseguire, mentre resta aperto il nodo delle risorse e della governance di un comprensorio che storicamente serve sia il versante teramano sia quello ascolano.