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PHOTO-2025-12-11-16-10-19.jpgL’importanza strategica del biodigestore previsto nel capoluogo è stata al centro dell’intervento di Franco Gerardini, ex dirigente regionale del settore Rifiuti, intervenuto in Consiglio comunale alla luce della nuova ricerca Ispra diffusa oggi. Secondo il Rapporto Rifiuti Urbani 2025, nel 2024 la produzione nazionale di rifiuti urbani ha raggiunto 29,9 milioni di tonnellate, con un incremento del 2,3% rispetto al 2023. Un aumento che si inserisce in un contesto economico caratterizzato da una crescita sia del PIL sia della spesa per consumi finali (+0,7%). Nei 14 comuni italiani con oltre 200mila abitanti, la produzione di rifiuti è cresciuta dell’1,8%.

Gerardini ha ricordato come questi numeri confermino la necessità di un sistema impiantistico adeguato: «Sono 28 gli impianti di trattamento della frazione organica presenti in Italia e 24 sono al Nord», ha spiegato, sottolineando la carenza di strutture nel Centro-Sud. Sul fronte della raccolta differenziata, il rapporto Ispra registra un costante miglioramento: la media nazionale raggiunge il 67,7%, con il Nord al 74,2%, il Centro al 63,2% e il Sud al 60,2%. L’Abruzzo sale al 65,7%, superando l’obiettivo europeo del 65%. Oltre il 72% dei comuni italiani ha superato la soglia del 65% e tra le grandi città spiccano Bologna (72,8%), Padova (65,1%), Venezia (63,7%) e Milano (63,3%), mentre Roma, Bari e Napoli risultano ancora distanti pur mostrando miglioramenti.

Gerardini ha ricordato che dal 2018 la Regione Abruzzo ha pianificato un sistema impiantistico organico, prevedendo per il territorio teramano un impianto da 40mila tonnellate, confermato anche dalla giunta Marsilio. «Il Comune di Teramo e la Team, proponendo il biodigestore, sono perfettamente coerenti con la programmazione regionale» ha precisato l’ex dirigente. Rimane però incompleto il quadro programmatorio: manca ancora il Piano d’Ambito regionale, che avrebbe dovuto essere approvato entro il 2022 e che oggi esiste soltanto sotto forma di linee guida, prive di efficacia operativa.

Gerardini ha infine sottolineato il ruolo decisivo dell’Agir, l’Autorità di gestione integrata dei rifiuti: «L’Agir dovrà definire la gestione dei flussi dei rifiuti. Una volta approvato il Piano d’Ambito, non potrà che indicare ai Comuni della provincia di Teramo dove conferire la frazione destinata al recupero. Il biodigestore va esattamente in questa direzione». Secondo l’ex dirigente, l’opera proposta dal Comune rappresenta una tappa necessaria per garantire autosufficienza impiantistica, efficienza nella gestione dei rifiuti e coerenza con gli obiettivi europei di economia circolare.