Alla vigilia della sessione di bilancio della Regione Abruzzo, si accende lo scontro politico sui tagli alla sanità e, in particolare, sul ridimensionamento dei fondi destinati al sostegno dei malati oncologici e dei trapiantati. A denunciare con forza la situazione è il senatore del Partito democratico Michele Fina, che parla di una scelta “odiosa e inaccettabile”.
Secondo Fina, la manovra regionale si inserisce in un contesto più ampio segnato da politiche di austerità: “Due manovre finanziarie, quella nazionale e quella regionale, legate da un unico filo rosso: tagli ripetuti che colpiscono le fasce più fragili della popolazione”. Nel mirino del senatore c’è in particolare lo svuotamento delle risorse previste da una legge regionale che, negli anni, ha garantito un aiuto concreto alle famiglie costrette a spostarsi fuori regione per le cure, i cosiddetti “viaggi della speranza”.
Una norma definita “di civiltà”, che consentiva almeno un parziale rimborso delle spese di viaggio e di soggiorno sostenute da pazienti oncologici e trapiantati. “Non si tratta solo di una scelta politicamente sbagliata – sottolinea Fina – ma del segnale di una profonda insensibilità istituzionale”. Per il senatore, il taglio di questi fondi è l’ennesima prova di una sanità regionale incapace di garantire cure adeguate, che finisce per scaricare “i costi del proprio fallimento sulle spalle delle famiglie più fragili”.
Il riferimento è al pesante deficit sanitario regionale, che supererebbe i 130 milioni di euro e che, secondo Fina, sarebbe il risultato di sette anni di cattiva gestione da parte della destra al governo della Regione. “Quel fondo non può essere sacrificato per coprire un buco di bilancio – avverte – perché così si colpiscono direttamente persone che già vivono una condizione di enorme sofferenza”.
I dati, ricorda il senatore Pd, parlano chiaro: con uno stanziamento di appena 200 mila euro, nel 2024 sono state 177 le famiglie che hanno potuto ottenere un rimborso. “Garantire almeno la stessa possibilità anche per il 2026 è un dovere morale, prima ancora che politico”, afferma, invitando tutti i rappresentanti istituzionali ad alzare la voce in Consiglio regionale.
La denuncia si inserisce in un quadro più ampio di difficoltà del sistema sanitario abruzzese: la mobilità passiva è in aumento e sempre più cittadini sono costretti a lasciare l’Abruzzo per ricevere cure adeguate altrove. Una tendenza che, secondo Fina, mette in discussione un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione: quello a una sanità pubblica, universalistica e accessibile a tutti.
“Su questo terreno non sono ammesse ambiguità – conclude il senatore – difendere i malati oncologici, i trapiantati e le loro famiglie significa difendere la dignità delle persone e il senso stesso delle istituzioni”.

