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D'ALBERTO Le parole con cui il Presidente Mattucci si è “congedato” dalla Teramo Ambiente costituiscono l’impietosa e allarmante fotografia della proccupante e precaria situazione nella quale la società partecipata più significativa del nostro territorio si è venuta a trovare per le scellerate scelte politiche dell’amministrazione Brucchi. Tutto questo proprio nel momento decisivo per il suo futuro che non può essere limitato solo alla definizione della sua natura, pubblica, mista o privata, ma che investe soprattutto il destino dei suoi lavoratori.  Scrive Gianguido D'Alberto capogruppo Pd in Consiglio Comunale. La scorsa seduta del CDA, con l’approvazione forzata della nuova pianta organica, oltre a confermare la totale assenza di trasparenza e di coinvolgimento delle forze sindacali, ha fatto registare l’ultima, intollerabile violazione dell’interesse generale al buon funzionamento della società che dovrebbe essere rappresentato in primo luogo dal Presidente il quale è stato di fatto messo all’angolo di fronte alla richiesta di “maggiori approfondimenti” e che è stato sfiduciato addirittura dall’altro componente di parte pubblica, che, stando alle parole del Dott. Mattucci, ha votato in difformità  dal suo Presidente “evidentemente seguendo disposizioni in tal senso”. La parte pubblica si è così spaccata, sintomo inequivocabile dell’assenza di una chiara linea strategica politica di questa amministrazione che sia volta al bene della società ma soprattutto del fatto che l’organo amministrativo della società sia ormai diventato il terreno di scontro tra le forze politiche di maggioranza e il mesto teatro di una crisi politica del centrodestra che appare ormai irreversibile e della quale rischiano sempre più di pagare il conto, loro malgrado, i cittadini e i lavoratori. E poi per quale ragione in queste settimane si è manifestata la volontà così forte di accelerare l’adozione della nuova pianta organica prima del prossimo Consiglio comunale del 12 febbraio che dovrebbe discutere e tracciare le linee di indirizzo strategico sul futuro della società e quindi definire il quadro complessivo nel quale la stessa sarà chiamata a muoversi nei prossimi anni? Per quale ragione la riscrittura della pianta organica è stata ritenuta addirittura prioritaria rispetto alla necessità di chiarire la situazione della gestione dei servizi affidati in via diretta alla società, primo fra tutti il servizio di igiene urbana che le decisioni sciagurate del Sindaco Brucchi hanno reso fortemente precario e prossimo ad una situazione di inaccettabile emergenza? Quali sarebbero le logiche interne che avrebbero impedito al Presidente di svolgere il suo lavoro volto, stando di nuovo alle sue “allarmanti” parole, ad individuare “il modello organizzativo più funzionale che, da un lato, scongiurasse inefficienze, criticità organizzative, aumento di costi etc., e che, dall’altro, rifuggisse dal rischio di operare sulla base di ‘vicinanze’, contiguità personali e amicali, di logiche insomma non ispirate a criteri esclusivamente meritocratici”? A queste domande il Sindaco Brucchi dovrebbe dare delle risposte chiare e precise e non trincerarsi dietro la speranza di salvare la faccia sfruttando la drammatica occasione per procedere “solo ora” alla nomina di una donna nel CDA che, in ogni caso, non gli consentirà di sanare la situazione di illegittimità nella quale l’organo ha operato fino ad oggi derivante dalle sue scelte miopi che, dettate dalla sola ed esclusiva necessità di mantenere i suoi equilibri politici, non hanno tenuto conto delle denunce in questi mesi formulate da tutte le forze di opposizione. La gravità della situazione impone oggi la massima attenzione e, in assoluta mancanza di chiarezza, di risposte e di trasparenza, attraverso tutti gli strumenti che la legge ci consente, verificheremo puntualmente ogni atto fino ad oggi adottato perché qui è in gioco il futuro di una società, la cui gestione non può essere considerata un affare di pochi, e che deve essere messa assolutamente al riparo dagli effetti della crisi del centro destra teramano che oggi è diventata più che mai la crisi del Sindaco Brucchi, “autodelegato” ai rapporti con la Teramo Ambiente e primo responsabile di questo inaccettabile stato di cose.