Teramo/Pomante: "Un bilancio impietoso quello comunale"
Teramo sta vivendo una crisi economica che riguarda tutte le fasce sociali e che incide prevalentemente sul popolo delle partite Iva, che, alla riduzione della spesa pro-capite da parte dei cittadini, vedono aggiungersi una contrazione del mercato causata, principalmente, dalla incapacità della politica di restituire alla città quello splendore che potrebbe renderla interessante per turisti ed investitori
Non è necessaria una laurea in economia per comprendere che un mercato ristretto al territorio provinciale comporta la circolazione di una massa di denaro ben definita, che viene lentamente erosa dai costi bancari e che tende a ridurre la velocità degli scambi, soprattutto in tempi difficili come quelli attuali, in cui ogni spesa è estremamente ponderata e dilatata nel tempo.
Lo scrive in una lunga nota: Gianluca Pomante Consigliere Comunale "arancione".
L'introduzione di una moneta locale complementare potrebbe aumentare la massa di titoli di legittimazione all'acquisto disponibile e, conseguentemente, accelerare gli scambi, ma occorrerebbe un'Amministrazione coraggiosa per legittimare la nuova moneta con la possibilità di utilizzarla per il pagamento dei tributi locali, e si tratterebbe comunque di un palliativo, poiché è evidente che non potrebbe essere stampata in quantità illimitata ma solo in percentuale sul volume degli scambi.
Occorre quindi necessariamente una politica di marketing territoriale, abbinata ad iniziative di valorizzazione del territorio, sotto il profilo storico, artistico, monumentale, per non parlare della necessità di avere semplicemente vie più pulite, giardini più curati, servizi efficienti.
Politica che dovrebbe coinvolgere le attività produttive con incentivi anche di natura fiscale, mediante la riduzione dei tributi locali in misura proporzionale all'impegno profuso e al beneficio per la collettività
I dati del bilancio comunale (forniti dal settore finanziario dell'Ente, cui va un elogio per la rapidità e puntualità della risposta) sono impietosi ed evidenziano una differenza tra somme accertate e somme riscosse che consentirebbe una immediata riduzione del prelievo sulle attività produttive anche del 30% senza ridurre di molto gli importi che entrerebbero nelle casse comunali.
Il confronto tra gli importi accertati nel 2014 e gli importi riscossi evidenzia una situazione di grave criticità: Euro 5.543.443 iscritti a ruolo a fronte di Euro 2.906.868 riscossi, con un potenziale contenzioso (che genererà ulteriori costi per la cittadinanza) di quasi 2.600.000 Euro
I canoni per l'occupazione di suolo pubblico evidenziano un accertamento pari ad Euro 526.482 ed una riscossione pari ad Euro 428.628, con un potenziale contenzioso di circa 100.000 Euro
Non va meglio sul fronte della Riscossione dell'IMU che, a prescindere dai toni trionfalistici utilizzati negli ultimi giorni dall'Amministrazione, conferma una tendenza al ribasso nonostante l'aumento delle aliquote.
La riduzione delle aliquote permetterebbe di ridurre sensibilmente il ricorso alla riscossione coattiva e determinerebbe un minor lavoro per gli uffici per seguire le pratiche in sofferenza. Il minoro contenzioso che solitamente ne deriva determinerebbe un ulteriore beneficio per le casse comunali.
Inoltre, poiché l'affidamento al concessionario per la riscossione comporta un aumento medio degli importi a carico del cittadino di circa il 10%, tra interessi e compensi, aumenterebbe di conseguenza la moneta in circolazione, con evidente beneficio per tutti.
Un solo consiglio, pertanto, è possibile dare a questa Amministrazione per rilanciare l'economia cittadina e cercare di incentivare gli investimenti degli imprenditori: predisporre un piano strategico pluriennale che tenga conto dell'impegno delle attività produttive a fronte di una riduzione dei tributi locali.
I più virtuosi, i più affezionati alla città, i più disponibili a curarne il decoro e a collaborare con la PA per migliorarne i servizi, ad organizzare eventi ed iniziative, a promuovere la loro attività nel resto d'Italia e all'estero, a prodigarsi per intercettare turisti e visitatori, devono pagare meno.
Solo così sarà possibile favorire chi fa realmente con passione il proprio lavoro e disincentivare chi, da anni ormai, tiene un atteggiamento esclusivamente predatorio, limitandosi a riscuotere affitti o a gestire rendite di posizione ormai odiose.