SANITA' / PROMESSE NON MANTENUTE PER IL "SAN LIBERATORE" DI ATRI, MONTICELLI SCRIVE A D'ALFONSO E FAGNANO
Lettera aperta del consigliere regionale Luciano Monticelli al presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, e al direttore generale della Asl di Teramo, Roberto Fagnano, per chiedere conto del "non fatto" nonostante l'assunzione di impegni a settembre scorso, in primis per il rilancio dell'ospedale San Liberatore di Atri. Tra i disservizi in corso, tuttora, al San Liberatore, la carenza di organico nel Centro di fibrosi cistica (il personale è costretto a coprire l'organico del reparto di Pediatria):Caro Presidente,
In queste ultime settimane che ci separano dal 29 febbraio 2016, data che la Legge di Stabilità individua come termine ultimo per l’adeguamento dell’Abruzzo alle disposizioni del “Patto per la Salute” D. M. 70/2015, ritengo opportuno sollevare alcune questioni relative all’assetto del Presidio Ospedaliero “San Liberatore” di Atri.
Un tempo centro importante ed innovativo dell’offerta sanitaria nella nostra Regione, favorito anche dal posizionamento strategico adiacente l’area metropolitana pescarese, il “San Liberatore” è stato via via depauperato e spogliato dalle sue funzioni ad opera delle precedenti amministrazioni. Ancora oggi, sulla stampa locale, troverà prese di posizione degli amministratori comunali atriani sulla chiusura della Cucina del Presidio: un aspetto certamente residuale rispetto a tutto ciò che negli anni precedenti si è andato a scorporare dal “San Liberatore”, ma testimone di una situazione emotiva ormai esasperata, oltre che di una scarsa fantasia degli organi competenti nel trovare modalità operative che consentano la conservazione dei servizi esistenti.
Il riconoscimento come presidio ospedaliero di Base, secondo la nuova classificazione delle strutture ospedaliere introdotta dal D. M. 70/2015, è forse il primo segnale positivo che ha interessato il presidio atriano dopo molti anni: obiettivo particolarmente importante perché ottenuto in una fase di amministrazione commissariale, e quindi a sovranità politica limitata.
Esso è stato però accompagnato da nuove gravissime perdite. La chiusura del Punto Nascite ha comprensibilmente agitato ancora una volta gli animi dei cittadini della zona, e molti Comuni dell’area, di diverso colore politico, hanno ritenuto opportuno ricorrere contro quel provvedimento al Giudice Amministrativo, che ha emesso il suo parere solo poche settimane fa.
Da parte mia, come ricorderà, mi sono fatto promotore dapprima di una interpretazione estensiva dell’Accordo Stato-Regioni del 16/12/2012 firmato da Gianni Chiodi, che consentisse la sopravvivenza dei Punti Nascite a rischio, fra cui quello atriano insieme a quello ortonese era quello dotato di migliori fondamentali, e in seguito, in considerazione del mutamento normativo avvenuto con il D. M. dell’11 novembre 2015, di una richiesta di pareri al Ministero della Salute: pratica che La invito a continuare a sollecitare e a seguire da vicino.
Ciò che mi obbliga a scriverle questa lettera, tuttavia, è che ancora nulla di concreto si è mosso sugli altri impegni sottoscritti, da me e Lei insieme, lo scorso 8 settembre, relativi a progetti di sviluppo dell’offerta sanitaria del “San Liberatore” assolutamente compatibili con la normativa in vigore. Mi riferisco al potenziamento della Chirurgia con l’arrivo della specializzazione di Chirurgia della Retina, all’istituzione del Centro Regionale Sclerosi Multipla, alla creazione di un polo radiodiagnostico innovativo in grado di azzerare le liste di attesa del Teramano e del Pescarese, alla riapertura della Medicina Nucleare (problema di cui alla Sua nota prot. RA/245106/SQ del 29 settembre u. s.) e al rafforzamento dei due Centri di Riferimento Regionale presenti nel “San Liberatore”: quello di Auxologia e Nutrizione Pediatrica e quello di Fibrosi Cistica e Celiachia.
I pazienti afferenti a quest’ultimo Centro, fra l’altro, come denunciato proprio stamattina in V Commissione dal Presidente della Lega Italiana Fibrosi Cistica Abruzzo, sono sottoposti da mesi a gravi disservizi a causa della necessità del personale addetto a coprire l’organico ormai drammaticamente ridotto della Pediatria: problema che potrebbe essere risolto, come richiesto in una relazione dal Responsabile del Centro Dott. Moretti, dalla creazione di un Centro Regionale Malattie Rare totalmente autonomo, o comunque dal definitivo sganciamento dall’affiliazione a una Pediatria, anche in considerazione dell’aumentata età media dei pazienti fibrocistici.
In vista della prossima definizione di queste e di altre faccende, La invito con forza, d’intesa con il D. G. Fagnano, ad individuare le modalità operative con le quali gli impegni sottoscritti possano presto trovare riscontro nella realtà, in modo da poter affrontare insieme da una parte i disservizi lamentati dai cittadini abruzzesi, e dall’altra l’annoso problema della mobilità passiva.
Certo della Sua fattiva collaborazione, Le invio cordiali saluti.