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hospiceA Teramo bisogna chiedere l’autorizzazione per morire. E’ paradossale e sconcertante, la vicenda segnalata oggi in Consiglio Comunale da Giovanni Cavallari. Una storia che sa di dolore nel dolore.
Una storia che riguarda l’hospice, la struttura della Asl destinata ad accogliere i malati terminali. «Sono stato interessato da un amico perchè doveva passare una visita alla Asl - ha raccontato Cavallari - e si trattava, e ho stentato a crederlo, una visita per poter accedere all’hospice».
In che senso “una visita”? «L’Hospice di Teramo ha solo dieci posti, e per questo il dottor Claudio Di Bartolomeo e un’altra dottoressa, sono costretti a fare visite domiciliari per capire … se accogliere il paziente - racconta Cavallari - una situazione che offende la nostra civiltà». Cavallari chiede al Sindaco di intervenire, di spingere sulla Asl, perché destini i locali della struttura, sottostanti all’hospice, all’aumento dei posti letto.
Il Sindaco, dopo aver sottolineato quale eccellenza sia l’hospice e quanto sia professionale e umano il lavoro dello staff di Di Bartolomeo, ha risposto: «Dobbiamo puntare al potenziamento dell’hospice, dieci posti sono troppo pochi, dobbiamo puntare tutti ad un miglioramento, e porterò il tema alla prima riunione del ricostituito comitato ristretto dei Sindaci».