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cgil_bandiera01 Il 18 marzo la FP CGIL interviene sulla problematica della carenza numerica di personale di supporto (ausiliario, OSS, etc.) nella U. O. C. Nefrologia e Dialisi, dell’Ospedale Civile di Giulianova, chiedendo l’interessamento anche del Prefetto il quale sollecita la Direzione Sanitaria a promuovere azioni risolutive. In data 9 aprile, il Sindacato riceve la lettera del Prefetto di Teramo, S.E. Dott. Valter Crudo, che da ragione alla FP CGIL imponendo la presenza, seppur condivisa per ora, di un operatore “ausiliario” a supporto delle attività infermieristiche e di Reparto nella U.O. Nefrologia e Dialisi. E' quanto scrive in una nota la Cgil di Teramo e Amedeo Marcattili. La cronica carenza di personale Medico, Infermieristico ed O.S.S., in molte UU. OO., porta spesso il personale dipendente ad eseguire operazioni “rischiose” e che possono aggravare il già pesante stress, dovuto ad eccessivo carico di lavoro. La FP CGIL è sempre attenta alle problematiche dei lavoratori, legate all’organizzazione del lavoro, a tutela dei diritti. Tant’è che più volte ha denunciato, a mezzo stampa, situazioni simili anche in altri Reparti ed in altri ospedali dell’ASL Teramo. L'ospedale di Giulianova necessita di ulteriori dieci Operatori Socio Sanitari, per assicurare una buona qualità d’assistenza ai pazienti di Unità Operative quali Medicina, Lungodegenza, Ortopedia, Chirurgia, Pronto Soccorso, Cardiologia, etc. Un numero non elevato ma che consentirà di far fronte alle difficoltà, legate anche alla prossima stagione estiva, senza creare disservizi, assicurando una migliore qualità nell’assistenza ai pazienti, evitando il protrarsi di situazioni “pesanti” per il personale, come accade spesso in alcuni reparti. Il Presidio giuliese, dopo tante “battute”, merita un potenziamento nel numero di personale e nella qualità “diagnostica” (a proposito, che fine ha fatto la nuova risonanza?). La FP CGIL auspica che “la nuova politica” faccia tornare, l’Ospedale di Giulianova, ad essere funzionale alle esigenze di salute della comunità giuliese e di quelle limitrofe e che, dentro una logica di “rete”, abbia punti d’eccellenza che qualifichino la struttura e fungano da traino, per l’intero “sistema sanitario locale”.