In qualità di presidente della cooperativa dei medici di famiglia di Teramo ed ex segretario provinciale della Fimmg Teramo, condivido pienamente e sottoscrivo la lettera inviata dal collega Marco Battestini al presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Teramo, Cosimo Napoletano, lettera che è stata firmata da circa cinquanta medici di famiglia del territorio.
Dunque esprimo anche io, a nome di tutti e riportando sinteticamente qui il contenuto della lettera, preoccupazione ed indignazione per i numerosi e reiterati tentativi di screditare la nostra categoria professionale. Da otto mesi, dall'inizio della pandemia, combattiamo in prima linea e il nostro contributo professionale è stato ed è fondamentale per il funzionamento della macchina anti-Covid19. Con tutti i rischi annessi, ed a testa bassa, senza mai fermarci, combattiamo la nostra battaglia, con dovere professionale e deontologico. Ne è una prova tangibile il fatto che, tra tutte le categorie mediche, quella che ha pagato il più caro prezzo, è proprio la nostra che conta, tra le proprie fila, circa 70 morti su un totale di 189.
Non è più tollerabile, dunque, assistere passivamente ad attacchi frontali – soprattutto sul web e sui social - che provengono da più parti e che nella seconda ondata ci hanno trasformati nel capro espiatorio su cui addossare tutte le colpe del mezzo fallimento del sistema addetto al controllo della pandemia.
È il caso di un post apparso a Teramo pochi giorni fa ad opera di chi ha deciso di criticare la classe dei medici del territorio apertamente e con affermazioni pubbliche, inesatte e fuorvianti. Nessuno deve e può arrogarsi il diritto di accusare a priori, pubblicamente, l'operato di una intera categoria di medici di famiglia, della continuità assistenziale e medici dell'USCA, questi ultimi additati con ironico disprezzo, come "RAGAZZETTI LAUREATI…… CON POCA O NULLA ESPERIENZA E COMPETENZA" e colpevolizzati di "FARE I TAMPONI CON GRANDISSIMO RITARDO". Purtroppo l’accusatore non sa che l’USCA, a tutt’oggi, almeno nel nostro territorio, non esegue i tamponi. Ma tanto nessuno lo redarguisce e potrà continuare liberamente ad esprimere le proprie errate opinioni apportando altri danni alla dignità professionale di una intera categoria di medici.
Ed è proprio questo che noi vogliamo non accada mai più. Noi medici di famiglia, unitamente a tutti i colleghi che operano sul territorio, meritiamo rispetto, perché rischiamo la vita esponendoci quotidianamente al contatto ravvicinato con un nemico biologico invisibile, e svolgiamo la nostra missione con totale spirito di abnegazione.
Inoltre, va ribadito e sottolineato che abbiamo assecondato tutte le numerose richieste lavorative che ci sono state fatte ed anche imposte come la disponibilità giornaliera per 7 giorni a settimana, senza interruzioni, fatta a distanza tramite strumenti telematici; la sorveglianza dei pazienti in isolamento; la gestione dei pazienti fragili; l'esecuzione dei test sierologici alla riapertura delle scuole; nonché, ultima richiesta arrivata, l'esecuzione dei tamponi che a breve inizieremo.
Ci accusano di non eseguire visite a domicilio ai pazienti Covid. Dei 40.000 casi giornalieri di pazienti Covid-positivi, la stragrande maggioranza, circa il 90%, rimane al proprio domicilio e sul territorio. Chi segue questa utenza, se non noi, medici di famiglia unitamente al servizio di continuità assistenziale ed alle poche USCA sul territorio?
Dott. Ercole Core