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WhatsApp_Image_2022-10-28_at_18.15.36.jpegVoglio chiamarli eroi. Perché li ho conosciuti. E ho avuto modo di vedere come lavorano, dove lavorano, quando e quanto lavorano. Li potrete trovare al Mazzini, piano terra, di fianco all’accettazione. In Radiologia.
Li chiamo eroi, perché ho toccato con mano, per una serie di accertamenti che ho dovuto fare, la loro realtà. Sono entrata nel loro mondo.
E ho visto che è un mondo che non funziona. Non per colpa loro, anzi, ma per una generale mala-organizzazione, che investe tutto e tutti. A cominciare dai cittadini, che chiedono di fare diagnostica di ogni genere, in base alle problematiche personali di ognuno, e trovano magari medici di famiglia troppo disponibili, così va a finire che si intasano le liste di attesa e si cerca di prenotare ad ottobre 2022 per poter avere una speranza solo a marzo-aprile del 2023.  Ma se paghi...
Ho constatato, di persona, che tra l’accettazione e l’ingresso ai vari esami, se va bene, si attende un’ora, il che vuol dire trascorrere poi diverse ore nell’attesa estenuante, seduti a guardare il nulla, distratti dal passaggio di barelle in transito, visitatori, anziani, chi va e viene dal pronto soccorso e dalle ambulanze.
Niente privacy, anche, ma solo mascherine. Ancora mascherine, come pretendono le aggiornate norme anticovid. Solo quelle, salvano un po’ la privacy.
Che manchi personale, lo si capisce, e che manchino anche macchinari in grado di reggere alla mole esagerata di richieste che arrivano dagli esterni, lo si capisce dalla fila. E dalle facce del personale.E così si spiega anche perchè occorre rivolgersi alle strutture private in convenzione.

WhatsApp_Image_2022-10-28_at_18.15.36_1.jpegLa cosa peggiora, e di tanto, è il servizio di radiologia che si trova nel seminterrato. Qui, se non ti fai ascoltare e non bussi, e magari ribussi alle porte, può succedere che si dimentichino di te. E’ accaduto a me. Per una tac. Ho atteso, seduta più di un’ora, perché si erano dimenticati di me… secondo un tecnico il problema era stato perché l’accettazione non aveva comunicato a Radiologia la mia presenza, oppure perché erano così indaffarati che si erano dimenticati di chiamarmi. Tra i corridoi il personale lamentava proprio ieri, che erano state prenotate dal Cup oltre 70 radiografie al torace (troppe per smaltire le file li fuori).
E mi è andata anche peggio con lo screening della mammella tanto pubblicizzato in comunicati e conferenze stampa, quello che si prenota tramite il numero verde. Anche in questo caso, se non ti fai sentire rischi che si dimentichino che sei fuori, seduta a guardare i sacchi neri o trasparenti (dei panni sporchi o della carta) che vengono smistati davanti a pazienti ed esterni, mentre si rincorrono le chiamate che arrivano da fisioterapia. C'è da impazzire..nell'attesa.

Manca un primario. E si vede. Non per l’attività del personale, che fa quello che può, ma per una generale gestione dell’organizzazione.
La dottoressa Caputo, ex primario, è andata in pensione, ma ha mantenuto una collaborazione per due giorni di presenza a settimana, e sono pochi, mentre il dottor Puglielli, che è il facente funzione, ha ovviamente mille cose da gestire.
Poi, c’è il problema delle liste di attesa su Teramo che si traduce in cinque, sei, sette, otto mesi o anche di più, a seconda della diagnostica richiesta e cercano di prenotarti su Sant'Omero dove, mi raccontano, non c'è l'intasamento di Teramo...anzi il contrario. Una prassi dolorosa, per i pazienti, che diventa ancora più dolorosa per l’altro brutto fenomeno dell’intramoenia. Perché, se paghi (oltre il doppio della prestazione rispetto al servizio sanitario nazionale), puoi accedere all’esame nel giro di poche ore. Mi direte: E’ sempre stato così… te ne sei accorta solo adesso?”. Sì me ne sono accorta solo adesso, perché adesso ne ho avuto bisogno.

Ma il mio pensiero va agli anziani, a coloro che non conoscono qualcuno al quale rivolgersi per poter scavalcare le liste infinite di attesa, a coloro che soffrono di patologie gravissime e che non hanno neppure più la forza di chiedere un aiuto perchè stanno davvero male. E stanno lì, seduti pazientemente, in attesa, vivendo una mattinata tra pensieri e preoccupazioni.

Il mio pensiero va a loro e a tutto il personale, preparatissimo, che fa un grande lavoro, sono degli eroi, ma soffre nel lavorare male per colpa della mala-organizzazione.

Questa mattina, dovrò fare una tac nel “tir” parcheggiato all’esterno, zona lavanderia. Un tir affittato per cercare di dare un servizio migliore. Poi l'ho fatta in radiologia...meno male!

Teramo ha bisogno di un nuovo ospedale. Al più presto. Fatelo, se siete in grado voi politici, prima che ci rimettiamo la vita tra attese perse al Cup e l'accettazione ...aspettando un esame che potrebbe non arrivare in tempo.

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