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Picchini Ginesio, segretario dell’AIFI Abruzzo replica alla nota della Cisl (http://certastampa.it/2014/08/05/sanitaannullamento-gara-fisioterapisti-la-cisl-plaude-alla-decisione-della-asl/) sul caso dell'annullamento della fara ai fisioterapisti teramani e lo fa con una lunga nota che qui riportiamo.   La Vittoria di Pirro. Tutto ricordano la figura di Pirro, re dell’Epiro, che mise più volte in fuga l’esercito romano grazie all’utilizzo di elefanti, animali allora sconosciuti al mondo latino. Eppure quelle vittorie si rivelarono nel tempo controproducenti per re Pirro che, alla fine, dovette lasciare la penisola italica senza raggiungere i suoi scopi. La ASL di Teramo, oggi, si trova nelle stesse condizioni del re Pirro di allora con un’unica e sostanziale differenza: re Pirro pagò di persona gli errori commessi, la ASL di Teramo li continuerà a pagare con i soldi di noi contribuenti. Ecco perché la CISL di Teramo, più che plaudire un’assurda e faziosa decisione della ASL di Teramo di annullamento di un bando di gara regolarmente vinto dai colleghi dell’ATI e che paradossalmente li vede oggi ricorrere al posto di chi invece lo aveva perso, farebbe bene a dire quali e quanti fisioterapisti sta tutelando realmente in questa regione. Una regione dove ormai la maggior parte dei colleghi viene impiegata solo a cottimo, dopo apertura di partita IVA, senza alcun rispetto di CCNL di riferimento e previo possesso di polizza assicurativa di responsabilità civile. Una pratica, tra l’altro, utilizzata anche dalla stessa cooperativa KCS per pagare direttamente ai suoi dipendenti le prestazioni eccedenti il contratto di assunzione. Restiamo allibiti di fronte alle esternazioni di un sindacato che ha perso l’ennesima occasione per tacere su una vicenda che definire vergognosa è un eufemismo. Un sindacato che, invece di facilitare la modernizzare dell’assistenza territoriale su parametri europei efficienti, efficaci e nettamente più economici per la collettività, si ostina a tutelare più interessi consolidati che hanno fatto man bassa delle nostre tasse, tanto da portarci ad un recente fallimento in sanità, piuttosto che i lavoratori. Sterile ed infondata la polemica sollevata sul prezzo proposto in questa occasione perché non è assolutamente paragonabile alle 40 €uro previste per terapie domiciliari nel tariffario consigliato AIFI che si riferisce esclusivamente alle prestazioni a pagamento e non certamente a quelle fornite, per così dire, in regime di convenzione. Inoltre, la questione economica sollevata circa, lo sperpero di denaro pubblico non è di secondaria importanza: se l’intera regione Abruzzo dovesse appaltare a delle ATI costituende un servizio di fisioterapia domiciliare ADI come quello di Teramo e Montorio al Vomano, risparmierebbe circa un milione di Euro sulla base delle 50.000 che l’ATI di Teramo avrebbe fatto risparmiare alla ASL di Teramo per i soli comuni di Teramo e Montorio al Vomano. Insomma e tanto per entrare nel merito delle sofistiche osservazioni poste dalla CISL di Teramo nel suo intervento, diciamo subito che, se parliamo di assistenza domiciliare, non è affatto vero che bisogna spendere di più per offrire un miglior servizio ma il giusto ed unico compenso a chi esegue direttamente le relative prestazioni, una pratica assolutamente comune nei paesi europei ed extra-europei ma che, evidentemente, stenta ad attecchire in Italia dove fortissimi interessi speculativi e sindacali si oppongono strenuamente ed inopinatamente a quello che, invece, è destinato ad essere il futuro dell’assistenza territoriale. Da questa vicenda nata bene, condotta male e finita peggio con il solo scopo di impedire a dei fisioterapisti liberi professionisti di implementare un modello organizzativo di tipo europeo, scaturisce un’unica ed evidente verità: L’Abruzzo è una regione anomala, refrattaria alle direttive comunitarie, allergica stupidamente al cambiamento e, per questo, piena ancora di devastanti contraddizioni: una regione dove interessi consolidati e sindacati vanno ben oltre i loro compiti canonici ed istituzionali. Tutto questo per un unica e semplice ragione: per anni imprese di ogni genere e sindacati hanno deciso i destini economici dei lavoratori e, oggi che vedono in pericolo il loro ruolo nella gestione della sanità territoriale, fanno fronte comune per evitare il peggio con la compiacenza, purtroppo, delle istituzioni. Il modello organizzativo che propone l’AIFI, infatti, prevede che l’assistenza territoriale, insieme a medici e pediatri, debba necessariamente coinvolgere, direttamente e senza alcun intermediario di natura speculativa e sindacale, fisioterapisti ed infermieri così come molte altre professioni sanitarie. Come avviene all’estero e a tal proposito, è necessario che siano le associazioni delle professioni sanitarie a stilare direttamente accordi contrattuali con le Aziende Sanitarie di riferimento abbandonando per sempre l’anacronistica logica dei contratti collettivi nazionali dando finalmente il giusto spazio alla libera professione direttamente coinvolta nell’erogazione di prestazioni sanitarie per il servizio sanitario regionale . In un certo senso, potremmo dire che la liberazione del territorio dagli interessi sopra citati è appena iniziata e si fermerà solo quando la classe politica ed istituzionale di questa regione non avrà capito che non è più possibile andare avanti in questa maniera scellerata e fallimentare con buona pace di un sindacato nostalgico di un ruolo che, ormai, non gli compete più conclude Picchini Ginesio, segretario dell’AIFI Abruzzo.