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MedicinepasticcheIn materia di spesa farmaceutica Ssn, il copione continua a essere quello conosciuto: da una parte c’è  una spesa convenzionata in farmacia – calcolata al netto degli sconti, dei ticket regionali e quelli legati al prezzo di riferimento e del payback dell’1,83% versato alle Regioni dalle aziende farmaceutiche – che nel periodo gennaio-ottobre 2022 si è attesta a 6.341,3 milioni di euro, con un leggero aumento (+69,2 milioni) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mantenendosi dunque sostanzialmente stabile e comunque all’interno dei livelli di spesa assegnati. Dall’altra, invece, c’è la spesa per gli acquisti diretti che tracima, superando ampiamente il tetto di spesa assegnato (il 7,65% del Fsn, pari a qualcosina di meno di 8000 milioni di euro) per arrivare a 10.195,5 milioni, con uno scostamento assoluto di +2.233, milioni.
Questi i dati più significativi dell’ultimo monitoraggio della spesa farmaceutica nazionale e regionale relativo ai primi 10 mesi del 2022 pubblicato da Aifa sul suo sito). 
Più in dettaglio, per quanto riguarda la spesa convenzionata i consumi, espressi in numero di ricette (465,2 milioni di ricette), mostrano un lieve aumento (+2,0%) rispetto al 2021; anche l’incidenza del ticket totale si rivela in leggera crescita (+1,4%). Per quanto concerne le dosi giornaliere dispensate, rimangono stabili rispetto allo stesso periodo del 2021 (+0,2%, pari a 39,7 milioni). In termini percentuali, la spesa convenzionata si mantiene al di sotto del tetto di spesa assegnato (7%), mantenendo il dato nazionale al 6,36%. Sono soltanto sei le Regioni che eccedono, sia pure in termini frazionali, il tetto del 7%. Si tratta di Lombardia (7,27%), Basilicata (7,17), Abruzzo (7,16), Campania (7,14), Calabria (7,04) e Puglia (7,03).

Ben diversa la musica per la spesa per acquisti diretti al netto dei gas medicinali, che da gennaio a ottobre 2022  ha  superato di slancio, come già ricordato, i 10mila milioni di euro, superando il tetto assegnato (7.65%) in tutte le Regioni e province autonome, attestandosi a livello medio nazionale su un’incidenza del 9.80% (ovvero più di due punti percentuali sul limite assegnato). Si segnalano per l’entità dello sfondamento percentuale percentuale sei Regioni, tutte sopra l’11%. Si tratta di Sardegna (11, 55%), Abruzzo (11,52), Marche (11,24), Umbria (11,199, Campania (11,10)  Friuli Venezia Giulia (11,01).  Per contro, solo quattro Regioni limitano lo sfondamento entro 1,5 punti percentuali: sono la Sicilia (8,92%), la provincia autonoma di Trento (8,33), la Lombardia (8,05) e la Valle d’Aosta (7,85).