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Mobilitazione in aula, venerdì 22 agosto, ad Atri durante il Consiglio comunale ducale: obiettivo, difendere a tutti i costi l'ospedale e il punto nascita del San Liberatore. E al riguardo non si ferma il consigliere regionale ed ex sindaco di Pineto, Luciano Monticelli, da sempre impegnato nella sua battaglia in difesa dell’ospedale San Liberatore di Atri. Dopo le recenti notizie secondo le quali anche il punto nascita del nosocomio della città ducale sarebbe a rischio chiusura, il consigliere regionale ha infatti deciso di convocare un’assemblea pubblica. E Monticelli pretenderà la partecipazione del governatore Luciano D’Alfonso e dell’assessore alla Sanità, Silvio Paolucci. “E’ necessario un confronto con territorio e cittadini – commenta in proposito Monticelli – perché si portino al tavolo le motivazioni che sono dietro alle decisioni relative al piano di rientro della sanità abruzzese. Atri ha pagato un prezzo davvero alto finora e il suo ospedale è stato letteralmente smembrato. Invito pertanto D’Alfonso a raggiungerci e a darci spiegazioniu, perché non si tratta di mere scelte tecniche. Siamo politici e, come tali, possiamo trovare altre forme, altre soluzioni. Qualche battaglia va pur fatta”. Stando alle ultime notizie, il Centro Percorso Nascita Regionale avrebbe recepito le linee guida del piano Fazio secondo il quale, per uscire dal commissariamento, l’Abruzzo dovrà razionalizzare i punti nascita negli ospedali che non superano i 500 nati l’anno. Questa dunque la sorte del San Liberatore che, per circa 10 nascite, rimarrebbe al di sotto di questo limite, subendo la stessa sorte degli ospedali di Penne, Ortona e Sulmona. “Non ritengo giusta quest’ennesima penalizzazione – continua il consigliere regionale – per pochissime nascite. Una situazione peraltro determinata dalle responsabilità di chi ci ha preceduto che, a differenza di quanto fatto per presidi come Sant’Omero, sebbene abbia investito in tecniche come il ‘parto indolore’ non si è mai adoperato perché si attivasse realmente e ha abbandonato a se stesso un reparto con l’obiettivo di contribuire alla chiusura dell’ospedale”. Da qui la determinazione di Luciano Monticelli che, come sottolinea egli stesso, “per coerenza e rispetto nei confronti dei cittadini e del territorio, non abbandonerò certo questa questione, ma continuerò a battermi per la difesa di un presidio ospedaliero di primaria importanza per il comprensorio”. L'assemblea pubblica potrebbe essere convocata per il 13 settembre, ad Atri. “Inviterò D’Alfonso e Paolucci a partecipare – promette in merito Monticelli – e a condividere idee e spiegazioni ai cittadini, perché ci mettano al corrente non solo su ciò che pensano di fare per il punto nascita, ma più in generale su quale sarà il destino della sanità abruzzese. È un percorso lungo, ma noi amministratori abbiamo il dovere di risolvere questo problema perché questo è il ruolo politico e non possiamo solo attenerci al commissariamento. Sarebbe troppo facile. Io continuerò la mia battaglia: saremo fermi e puntuali e chiediamo perciò al presidente D’Alfonso di ridare impulso alla città di Atri”. LUCIANO_MONTICELLI