Il direttore generale della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia è stato altrettanto chiaro e dedeterminato nel suo intervento in consiglio comunale che qui riportiamo integralmente:
«La Asl di Teramo ha da tempo avviato una riflessione sulla necessità di adeguare le proprie strutture ai bisogni di salute del territorio. Un’analisi svolta da più specialisti di varie branche che ci ha portato all’elaborazione di una idea progettuale piuttosto articolata.
E’ indispensabile avere una NUOVA struttura sanitaria perché:
Importante anche un’organizzazione flessibile, snella e più integrata che risolva automaticamente anche la difficoltà della gestione dei posti letto evitando il ricovero inappropriato dei pazienti e riducendo anche i tempi del ricovero.
Sono questi solo alcuni dei temi su cui si basa la nostra analisi che ci porta a dire che è indispensabile una struttura sanitaria per dare risposte efficaci ai bisogni di salute dei pazienti e anche per rendere sicuro e attrattivo il nostro territorio.
Il rischio che intravedo è che le risorse che abbiamo a disposizione vengano deviate verso altre realtà più pronte ad utilizzarle infatti perdendo temporimaniamo secondi rispetto ad altri territori.
E’ IL MOMENTO DI DECIDERE PER IL BENE DELLA COMUNITA’, PER IL BENE DEI PAZIENTI.
E per il bene dei pazienti non possiamo nemmeno farepastrocchi come la realizzazione di altri blocchi o lotti vicino a quelli “vecchi”. Condizione basilare è che l’ospedale sia nuovo, che la sua costruzione, e quindi il cantiere, non abbia un impatto sull’assistenza sanitaria assicurata all’interno del Mazzini e che non venga compromessa la viabilità della zona.Quindi è inconfutabile che questa comunità abbia bisogno di un ospedale nuovo. E non di soluzioni rimediate.
Ripercorrere brevemente la storia burocratica può essere d’aiuto a valutare correttamente quello di cui stiamo discutendo oggi.
La delibera è stata votata all’unanimità dei presenti.
Alla luce del fatto che non ci è arrivata alcuna indicazione da parte del Comune, che ha disatteso a quanto prevedeva al delibera del 2020, la Asl ha disposto una studio di fattibilità prendendo in esame tutti i cinque i siti, considerando in primis quello di Villa Mosca.
Tutti i risultati di questa comparazione scientifica, ad opera di tecnici ed esperti del settore, che ha visto emergere come più idoneo il sito di Piano d’Accio, sono stati sottoposti puntualmente al comitato ristretto dei sindaci.
Quello che, francamente, sorprende, è che fino a qualche mese fa anche il sindaco D’Alberto era convinto della necessità di un ospedale TOTALMENTE nuovo. Come presidente del comitato ristretto dei sindaci non ha mai detto no all’opera, limitandosi a porre l’attenzione sugli aspetti finanziari, cioè sulla necessità di finanziamenti certi. Finanziamenti che, dopo l’impegno ufficiale del presidente Marsilio, sono certi.
Dal canto nostro abbiamo sempre tenuto informato il sindaco, condividendo con lui tutti i passaggi, e dal sindaco non è mai arrivato uno stop. Non abbiamo sentito il no del sindaco D’Alberto.
La Asl ha dunque continuato con la programmazione chericordo ha coinvolto anche Cassa Depositi e Prestiti che ha seguito tutte le fasi dello studio di fattibilità e ora scopriamo
Ora è il momento di mettere un punto fermo. A mio avviso non è sufficiente che questo consiglio produca solo un atto di indirizzo politico, è necessaria una delibera del consiglio comunale che faccia chiarezza una volta per tutte, anche rispetto alle due delibere precedenti di quest’assise che indicavano i siti possibili per la realizzazione del nuovo ospedale.
Se oggi la scelta cadrà sul sito di Villa Mosca, è necessario che sia motivata e supportata da attente valutazioni. Va fatta una verifica approfondita su una serie di aspetti. Uno riguarda la coesistenza del cantiere con l’attività di assistenza ai malati: chi chiediamo, ad esempio, che impatto ha il rumore, quale impatto delle polveri? E ancora, la viabilità. Con un cantiere sul retro del Mazzini l’unico accesso sarà quello anteriore, su via San Marino e via Paolini: supporterà tutto il flusso di veicoli dei pazienti, del personale, nonché quello dei mezzi di soccorso?
Il secondo lotto, che stiamo adeguando dal punto di vista sismico(con un impiego di più di 5 milioni e mezzo di euro provenienti da fondi PNRR) verrebbe abbattuto, non possiamo definirlo spreco di risorse e che ci espone a un possibile intervento della Corte dei Conti? E la pineta storica che fine farebbe?
Ecco perché è necessaria un’analisi precisa, ad opera di tecnici e sanitari, che ci fornisca queste valutazioni in modo da non fare scelte “di pancia” o basate su supposizioni.
Vorrei concludere con quella che è la più grande novità del piano strategico della Asl. L’ospedale “Mazzini” non viene assolutamente abbandonato, ma anzi diventa il fulcro dell’assistenza sanitaria sul territorio ossia il luogo per il cittadino che non abbia la necessità di essere curato in ospedale (esempio tutti gli esami radiologici e di laboratorio).
La città della salute è pensata con un’elevata funzionalità e accessibilità che assicuri ai cittadini un’area dove trovare tutti servizi che erogano prestazioni sanitarie concentrati in un unico spazio per permettere di ottimizzare l’accessibilità alle cure ed evitarne la frammentazione. Rappresenterà il polo sanitario cittadino dove sarà allocata la Direzione strategica, il dipartimento del territorio ed il Dipartimento di prevenzione con tutte le loro strutture.
Una Casa della Salute con ambulatori di medicina generale e di specialistica ambulatoriale, l’UCCP, il servizio ADI, ma anche servizi come la dialisi territoriale, l’allergologia, la diabetologia. Ma soprattutto un grande centro diagnostico e punto prelievi. Qui i cittadini avranno finalmente la possibilità di avere un centro riabilitativo all’avanguardia senza essere più costretti a recarsi in strutture extra regionali per il recupero nel post-acuzie.
Inoltre sarà sede della farmacia ospedaliera aziendale, di un polo formativo nonché di un ospedale di comunità, ospedale di ricovero breve per interventi sanitari a bassa intensità clinica».
ASCOLTA QUI MAURIZIO DI GIOSIA
Presenti in consiglio diversi medici della Asl di Teramo a seguire gli interventi tra i quali il dottor Francesco delle Monache che fa parte del gruppo dei medici del Mazzini che si costituì due anni fa per chiedere un nuovo ospedale: