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mediciIl blocco delle assunzioni amministrative imposto alle quattro Asl abruzzesi dal Dipartimento Salute della Regione ha sollevato un'ondata di polemiche, accuse incrociate e allarme tra i lavoratori del comparto.
La disposizione, firmata il 10 aprile scorso dalla direttrice del Dipartimento, Emanuela Grimaldi e dalla dirigente del Servizio Risorse Umane, Marina Febo, dispone «in via cautelativa» la sospensione immediata dell'avvio di procedure di reclutamento per il personale amministrativo, il congelamento dei rinnovi dei contratti interinali e diretti e lo stop a nuove consulenze esterne. La stretta riguarda tutte e quattro le aziende sanitarie locali della regione. È arrivata alla vigilia del tavolo di monitoraggio interministeriale convocato a Roma l'11 aprile scorso per fare il punto sul deficit sanitario dell'Abruzzo. Un vertice, alla presenza dei tecnici dei Ministeri dell'Economia e della Salute che, secondo la versione fornita dalla Regione, è stato interlocutorio, rimandando a successivi chiarimenti da fornire rispetto ai bilanci delle Asl. Da quanto è filtrato, ci sarebbe un'ulteriore forbice di circa 15-20 milioni da colmare, al netto della riforma fiscale che con le nuove aliquote Irpef permetterà un extra- gettito di circa 45 milioni. Salvo, invece, il concorso già avviato dall'Asl dell'Aquila per 53 posti. Sul piede di guerra sindacati e lavorarori.
Il blocco rientra tra le cosiddette "linee di intervento prioritarie" inserite nella legge regionale e fortemente volute dal presidente Marco Marsilio, che ha firmato personalmente l'emendamento relativo. Tali misure vincolano le Asl a razionalizzare la spesa per personale amministrativo e consulenze, ad efficientare l'acquisto di farmaci e beni, e a standardizzare le forniture.