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Si è tenuto nel capoluogo aprutino il convegno nazionale “Il governo delle liste di attesa: appropriatezza e modello RAO”, che ha visto la partecipazione di alcuni tra i maggiori esperti italiani in materia. Al centro dell’incontro, promosso dalla Uosd Cup aziendale e monitoraggio liste di attesa dell’ASL di Teramo, il tema dell’inappropriatezza prescrittiva e il suo impatto sul sistema sanitario nazionale.relatori.jpg

Il direttore generale Maurizio Di Giosia, nei saluti iniziali, ha affrontato con franchezza il nodo delle prescrizioni inappropriate: «Attraverso i nostri sistemi di monitoraggio, rileviamo tassi di inappropriatezza molto elevati, superiori al 30%. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha più volte annunciato l’adozione di misure specifiche in materia. Ma senza uno scudo normativo che tuteli i medici da responsabilità penali e civili, il sistema continuerà a mostrare criticità. Serve una riforma urgente».

Al convegno, moderato dal dott. Gianni Di Giacomantonio, sono intervenuti numerosi specialisti da diverse regioni italiane. Tra questi, Maria Pia Randazzo, direttrice della UOSD Statistica e Flussi Informativi di Agenas, ha ribadito la definizione di appropriatezza: «È un intervento sanitario correlato al bisogno del paziente, effettuato nei modi e tempi giusti, secondo standard riconosciuti». La Randazzo ha poi evidenziato l’importanza del modello RAO (Raggruppamenti di Attesa Omogenea), che permette di attribuire priorità cliniche omogenee (U, B, D, P) alle prestazioni specialistiche.

A seguire, Emanuela Reale, referente Agenas per il modello RAO, e Giuliano Mariotti, direttore sanitario dell’ASP di Trento, hanno illustrato buone pratiche e criticità riscontrate in altre realtà regionali, sottolineando la necessità di un linguaggio medico sintetico e condiviso per facilitare le prenotazioni appropriate.

Il focus sull’Abruzzo è stato curato da Marco Scorrano, RUAS della Regione, che ha presentato dati significativi: nel primo semestre del 2025, sono state prenotate 851mila prestazioni traccianti, di cui 553.885 prime visite. Tuttavia, 213mila utenti hanno accettato la prima disponibilità, mentre oltre 335mila appuntamenti sono stati rifiutati, anche quando entro i tempi massimi previsti. «Si registrano anche 36.225 prenotazioni tardive – ha osservato Scorrano –. Questi numeri dimostrano che il problema dell’appropriatezza in Abruzzo è concreto e molto rilevante».

Ha concluso la prima parte del convegno il direttore sanitario Maurizio Brucchi, che ha fornito una visione d’insieme della situazione in provincia: «Negli ultimi due anni, la nostra produzione ambulatoriale è cresciuta di 100mila prestazioni, pari a un +16,59%. Tuttavia, la domanda in classe di priorità è esplosa: +,68%. Senza un intervento strutturale sull’inappropriatezza, sarà impossibile rispondere efficacemente ai bisogni di salute. Per questo, abbiamo attivato 27 Pdta (Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali) e un sistema di recall, che ci consente di recuperare e riassegnare circa 7mila prestazioni l’anno».

Ha chiuso i lavori Giuseppe Lanni, responsabile della diagnostica per immagini dell’ASL di Teramo, che ha lanciato un monito chiaro: «Ogni giorno ci troviamo davanti a prescrizioni errate o incongruenti rispetto alle condizioni cliniche dei pazienti. Senza una riforma della fase prescrittiva e risorse adeguate, sarà difficile garantire risposte efficaci alle legittime richieste dei cittadini».

Il convegno ha evidenziato l’urgenza di una riforma strutturale del sistema prescrittivo e l’importanza di strumenti condivisi, come il modello RAO, per affrontare una delle sfide più critiche della sanità pubblica.