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“Continuiamo ad apprendere dagli organi di stampa delle denunce di cittadini in merito al netto peggioramento delle liste d’attesa per le prestazioni specialistiche presso la ASL di Teramo”. È questo l’allarme lanciato da Stefano Matteucci, segretario di UGL Salute Abruzzo, che punta il dito contro la gestione della sanità locale e l’opacità dei dati.

Secondo il sindacato, nonostante un lieve incremento del numero di prestazioni erogate dalla ASL di Teramo nel primo semestre 2025 – circa 500 in più rispetto alle altre tre ASL abruzzesi – rimangono forti criticità, in particolare sulla mancata distinzione tra prestazioni in regime ordinario e in libera professione, come invece previsto dalla normativa.

“È inaccettabile che a tutt’oggi, nonostante le reiterate richieste, tali dati non siano ancora forniti”, denuncia Matteucci, che accusa la direzione di sviare l’attenzione attribuendo responsabilità ai medici di medicina generale, rei di prescrivere esami su indicazione degli specialisti. “Ma allora, dov’è finito il diritto alla prevenzione o alla cura?”, si chiede il segretario UGL.

Critiche anche sull’uso delle risorse tecnologiche e umane: nonostante l’arrivo di nuove apparecchiature diagnostiche, come TAC e risonanze magnetiche, i tempi di attesa continuano ad aumentare. “Sarà forse colpa della popolazione che ha bisogno di cure?”, ironizza Matteucci.

Nel mirino anche la gestione del personale: “Assistiamo a continui accorpamenti di reparti e a una costante lamentela sulla carenza di personale. Ma siamo davvero sicuri che le risorse siano allocate correttamente?”. UGL chiede con forza alla Direzione delle Professioni Sanitarie di rendere pubblici i dati ufficiali relativi al personale in servizio, che – secondo il sindacato – sarebbero ancora “custoditi nel limbo” degli uffici.

“Rimaniamo esterrefatti – conclude Matteucci – nel constatare come ben poco sia cambiato, nonostante le nostre segnalazioni, PEC e denunce. Tutto si riduce a narrazioni fantasiose, senza affrontare con serietà e trasparenza la drammatica realtà della sanità abruzzese”.