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Accade oggi, alle ore 15, al CUP dell’ospedale di Giulianova. Davanti a me una trentina di persone in attesa del proprio numeretto. Le casse procedono a rilento, quasi ferme, frenate dalla lentezza delle operazioni e dalle richieste degli utenti; gli addetti, infatti, sono costretti a dividersi tra spiegazioni, ricevute, impegnative e tentativi di mantenere un ordine che appare sempre più precario. Funzionano solo tre sportelli.

Quando arriva il mio turno, presento l’impegnativa ricevuta via mail dal medicco. Ed ecco la prima assurdità: per poter procedere, bisogna inoltrare la ricetta a un’altra mail dedicata. Mi chiedo perché, nel 2025, non esista ancora un sistema informatizzato simile a quello delle farmacie, che scaricano ricette e codici a barre con un semplice clic. Perché attendere che arrivi una mail per un’operazione che dovrebbe essere immediata?fila.jpg

La coda dura tre quarti d’ora. Tutto questo per ottenere una semplice stampa della ricetta, utile per salire in reparto. Ma una volta arrivato al piano, la sorpresa: manca il timbro del CUP. Risultato? Bisogna ridiscendere dal quarto piano per far apporre la timbratura mancante. Una situazione che rasenta l’incredibile.

Si scopre anche che il personale viene spostato continuamente tra Giulianova e Sant’Omero, spesso senza un’adeguata formazione. Un turnover forzato che non facilita né gli operatori né gli utenti, e che finisce per complicare ulteriormente un servizio già in evidente affanno.

Direttore Generale, la domanda è inevitabile: vogliamo fare qualcosa per restituire efficienza e dignità a un servizio essenziale? I cittadini che devono accedere a un reparto o prenotare una visita non possono essere costretti a simili odissee burocratiche. Serve una risposta concreta. Serve una speranza per tutti gli utenti che, ogni giorno, si trovano ad affrontare il caos del CUP di Giulianova.

Elisabetta Di Carlo