Alla luce della notizia apparsa sulla stampa e della delibera n. 2059 del 16 dicembre 2025 della ASL di Teramo, con cui è stato istituito il Comitato di Appropriatezza Prescrittiva (C.A.P.), UGL Salute Abruzzo esprime forti perplessità sull’effettiva utilità del nuovo organismo.
Secondo il sindacato, l’annuncio di un ulteriore comitato tecnico, presentato come strumento innovativo per il governo delle liste di attesa, rischia di trasformarsi nell’ennesima operazione burocratica priva di ricadute concrete per cittadini e operatori sanitari. Un’iniziativa che appare più orientata all’immagine che alla risoluzione delle criticità strutturali del sistema, a fronte di una realtà in cui alcune prenotazioni di esami, anche con classi di priorità, arrivano a essere fissate addirittura al 2029.
UGL Salute Abruzzo sottolinea inoltre come, ancora una volta, la responsabilità dell’inappropriatezza prescrittiva sembri ricadere implicitamente sui medici, in particolare quelli di medicina generale, senza affrontare le vere cause del problema: la cronica carenza di personale, l’insufficienza dell’offerta in regime ordinario, la mancanza di integrazione organizzativa e l’assenza di una programmazione credibile, aggravata dai ritardi nella riforma della medicina del territorio.
A destare ulteriore preoccupazione è anche un recente episodio che, secondo il sindacato, evidenzia una profonda disconnessione tra la governance sanitaria aziendale e la realtà operativa. Il Direttore sanitario, interpellato da una giornalista su una vicenda riguardante un minore disabile — poi risolta dal Direttore generale — avrebbe dichiarato di “non esserne informato” perché impegnato a lavorare. Una risposta che, per UGL Salute Abruzzo, appare incompatibile con il ruolo di controllo e monitoraggio che oggi si vorrebbe attribuire al C.A.P., del quale il Direttore sanitario risulta figura apicale e, al contempo, referente regionale per le liste di attesa.
Il sindacato ribadisce quanto già affermato in più occasioni: il problema delle liste di attesa non può essere negato né minimizzato. I cittadini, in particolare anziani e persone con gravi problemi di salute da diagnosticare, continuano ad attendere mesi o anni per prestazioni essenziali. Nel frattempo, gli operatori sanitari — in particolare quelli dei CUP aziendali a contatto diretto con il pubblico — sono costretti a lavorare in condizioni sempre più difficili. Una situazione che, per UGL Salute Abruzzo, non può essere risolta con interventi di facciata, anche alla luce delle segnalazioni già avanzate sull’esistenza di un CUP di secondo livello.
Il segretario regionale, Stefano Matteucci, ribadisce che senza un serio investimento sull’offerta sanitaria, sul personale e sull’organizzazione dei servizi, nessun comitato — per quanto ben strutturato sulla carta — potrà produrre risultati concreti. Il rischio, conclude, è quello di assistere all’ennesimo scaricabarile istituzionale, che non riduce le liste di attesa ma aumenta solo la distanza tra amministrazione e territorio.
UGL Salute Abruzzo annuncia infine che continuerà a vigilare e a denunciare ogni iniziativa che non affronti il problema alla radice, nel rispetto dei lavoratori della sanità e del diritto alla salute dei cittadini. “Auguriamo buone feste a tutti — conclude Matteucci — anche a chi, purtroppo, è ancora in attesa”.

