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Ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, ogni anno un signore esce col suo cane bassotto e fa sempre lo stesso percorso: da casa arriva in piazza Garibaldi e poi torna indietro. Riprende ogni passo con la timida curiosità di raccontare una quotidianità calma, inerte, quasi noiosa.
E inizia la sfida: raccontare le simmetrie, i pieni i vuoti, i giochi di luce e la noia riprendendo per un minuto ogni volta. Ma un giorno scopre casualmente che di lì a pochi mesi, non si sa quando, arriverà in visita il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e passerà proprio per quella piazza. E’ questa la trama di del film “ROGER… arriva il Presidente!” del teramano Marco Chiarini, che è in concorso al 41° Festival di Bellaria. Domenica prossima si saprà se il film avrà vinto, nell’attesa vi offriamo QUI la possibilità di vedere il trailer, e QUI il film.
Cosa lega un vecchio bassotto di nome Roger, un comune abruzzese e Sergio Mattarella? Apparentemente nulla. Nei vicoli di Teramo si sparge la notizia della visita del Presidente della Repubblica tra l’indifferenza, l’incredulità e la trepida attesa dei suoi abitanti. Questo arrivo straordinario - le cui ragioni restano piuttosto misteriose per molte delle anziane anime che popolano il centro - e i relativi preparativi diventano l’allegro pretesto del regista per esplorare la sua città da un punto di vista, anzi due, nuovi. Con la precisione di un cartografo Marco Chiarini e Roger ci mostrano Teramo attraverso un percorso lineare e un copione privo di qualsiasi artefatto. Le abitudini canine si intrecciano a quelle degli abitanti i cui volti divengono a poco a poco familiari, ma se pensate che le giornate e le lunghe notti si ripetano tutte uguali, vi sbagliate. Sono sufficienti piccole variazioni per sconvolgere l’ordinario: una raffica di vento, un autobus in ritardo, il nuovo taglio di capelli di qualcuno. Basta solo concedersi il tempo di scoprirlo.
 «Negli ultimi dieci anni ho intensificato il mio lavoro come insegnante di linguaggio cinematografico e di tecniche audiovisive nelle scuole di ogni ordine e grado. Il costante lavoro con gli studenti mi ha portato a ripensare il mio modo di fare cinema, attraverso un percorso di ricerca intorno alla scoperta di un mezzo espressivo che fosse il più possibile essenziale. Nell’interrogarmi costantemente su quali fossero le pertinenze del linguaggio cinema ho elaborato una poetica che presto ha riguardato anche il senso del mio stare al mondo: il significato profondo del vivere all’interno di una comunità e di mutarla attraverso il proprio sguardo - racconta Marco Chiarini - l’artificio del cinema mi ha permesso di trasformare Piazza Garibaldi nel mio Teatro 5, Andrea e il Signore dei piccioni in dei novelli Mastroianni e Charlie Chaplin su una sceneggiatura scritta da Cesare Zavattini.
Il cinema mi ha offerto l'opportunità di chiedermi che cosa sia davvero straordinario e come è possibile che sia sotto gli occhi di tutti senza che nessuno se ne accorga.
Sono sempre più convinto che occorra riportare lo straordinario in mezzo a noi e per farlo è necessario ricostruire un nuovo patto tra pubblico e prodotto cinematografico. Per questo “Roger... arriva il Presidente!” è stato concepito per la visione collettiva al cinema sul grande schermo».Screenshot_2023-05-09_alle_23.22.10.png