Il colpo d’occhio di piazza Martiri è notevole. La grande tribuna, fa della più importante agorà cittadina una vera arena, che ospita i tremila fortunati che, con pazienza e fortuna, sono riusciti a comprare i biglietti sul sito dell’Acs, tracollato all’apertura delle vendite. Resterà un mistero il motivo per il quale non ci si sia appoggiati ad un circuito di prevendite, ma tant’è.
Dicevamo della piazza, le tribune sono brutte da vedere ma funzionali, anche se qualcuno lamenta i gradini non illuminati nella parte più ripida, ma i seggiolini sono comodi. Merita una citazione la tribuna stampa coperta, nel senso di “coperta” alla vista del palco, vista la posizione decentrata e “inferiore” rispetto alla gradinata. Apprezziamo l’impegno, ma mai più una scelta così.
Adesso, la musica.
Tutto esaurito quando, introdotti dall’Also sprach Zarathustra di Richard Strauss, nel quale abbiamo voluto leggere un ironico annuncio dell’arrivo della nuova era, Venditti e De Gregori, che appartengono felicemente alla vecchia era, hanno guadagnato il palco, per intonare l’inno di apertura della loro tournée, ovvero “Bomba o non bomba”. Segue, senza sosta “La leva calcistica della classe ’68”, e qualcuno comincia a cantare in platea, poi “Modena”, che non emoziona più di tanto, mentre “Bufalo Bill” è un vanto collettivo, che non si fermerà con “La storia”, “Peppino”, “Generale”, e “Sotto il segno dei pesci”, dopo la quale - finalmente - i due artisti parlano un po’ col pubblico e salutano Teramo.
La scaletta offrirà poi
Dolce signora che bruci
San Lorenzo
Alice
Santa Lucia
Canzone
Dimmelo tu cos’è
Ci vorrebbe un amico
Notte prima degli esami
La donna cannone
Pablo
Che fantastica storia è la vita
Rimmel
Titanic
Alta marea
In questo mondo di ladri
Sempre e per sempre Buonanotte fiorellino
Roma capoccia
Ricordati di me
Una sinfonia a due voci che scandisce mezzo secolo di storia del cantautorato italiano, scuola romana in particolare. È un concerto che emoziona, perché non c’è spettatore che non abbia una sua personale valigia dei ricordi piena di strofe delle loro canzoni.
A voler trovargli un difetto, a tratti si intuisce il senso vago di un tributo finale, di una passerella gloriosa sì, ma inevitabilmente incamminata verso il tramonto di due carriere irripetibili. Ma è solo nell’immagine fisica, perché la musica, quella, è immortale e splendida.
La notte teramana si veste a festa, la mente associa questa serata a quella di tanti anni fa, che vide Lucio Dalla cantare dall’altro lato della piazza, e facciamo nostra la percezione che, stanotte, almeno per un po’, …la storia siamo noi.
QUI ALCUNI MOMENTI DEL CONCERTO DI VENDITTI-DE GREGORI A TERAMO