L’Associazione Corale “Santa Cecilia APS” Teramo e Cappella Musicale della Cattedrale di Teramo,
proseguendo la felice collaborazione con l’orchestra Benedetto Marcello di Teramo, annuncia i prossimi concerti che si terranno nelle date
7 dicembre 2024 - SALA ALLENDE (PALAZZO DEL MUNICIPIO) – NERETO (TE)
8 dicembre 2024 - CHIESA DI SAN DOMENICO - TERAMO
ore 21:00, ingresso libero
Petite Messe Solennelle
per Soli, Coro e Orchestra
di Gioachino Rossini
Tania Buccini – soprano
Kiyoka Iguchi – mezzosoprano
Roberto Cruciani – tenore
Stefano Stella – basso
Direttore: M° Maurizio Vaccarili
La Petite Messe Solennelle, composta da Gioachino Rossini nella sua villa francese di Passy nel 1863, e’ un capolavoro della musica sacra ottocentesca. Nell’autografo della partitura il compositore, utilizzando un gioco di parole scrisse: «Buon Dio, eccola terminata questa povera piccola messa. Ho composto della musica sacra o della ‘dannata musica’? Ero nato per l’opera buffa, e Tu lo sai bene! Poca scienza, un po’ di cuore, e questo è tutto. Sii dunque benedetto e accordami il Paradiso!».Al termine della dedica in calce alla Messa, Rossini, rivolgendosi a Dio, considera tale lavoro «l’ultimo peccato mortale della mia vecchiaia». Nella Messa emerge la capacità di Rossini di fare propri tutti gli stili, quasi a dimostrare di essere diventato sapiente, a dispetto della sua fama di compositore di opere buffe: ecco, allora, scrivere brani in stile rinascimentale (il Christe a cappella), citare Bach («Il preludio religioso»), comporre fughe («Cum sancto spiritu» e «Et vitam venturi saeculi»), arie solistiche, duetti, terzetti, cori, il tutto incorniciato dalla bellezza del Kyrie di apertura e dallo stupendo Agnus Dei conclusivo, intriso di intima dolcezza e slanci. Nelle due fughe Rossini ha riversato tutta la sua perizia di conoscitore del contrappunto; il coro dipana incessantemente il testo scambiandolo continuamente fra le 4 voci mediante temi dal forte slancio melodico e ritmico, in cui non c’è un attimo di respiro. L’altissimo magistero contrappuntistico rossiniano trova una delle sue massime espressioni nel Cum Sancto Spiritu, formalmente una Fuga, forma musicale che il Pesarese utilizzò anche nella parte finale del successivo teatrale Credo, all’interno del quale emerge il doloroso Crucifixus affidato al soprano, al quale si contrappone il trionfale Et resurrexit. Il Credo si conclude con una nuova fuga sulle parole Et vitam venturi saeculi, altro vero e proprio tour de force contrappuntistico. Dopo un Preludio strumentale da eseguirsi durante l’Offertorio, il coro e i solisti “a cappella” intonano il Sanctus, una pagina di sapore rinascimentale, mentre il successivo Et salutaris è un inno, affidato al soprano, che si distingue per interessanti ricerche armoniche. Lo splendido Agnus Dei conclude la Messa.