Nel Regno delle Due Sicilie il fenomeno del brigantaggio si protrasse per svariati secoli, assumendo valenze e caratteristiche diverse in base al periodo storico e alle cause che lo avevano generato. Si passa infatti dal fuoriuscitismo e banditismo cinquecentesco al brigantaggio dal risvolto politico e sociale del periodo delle dominazione francese e poi i quello risorgimentale e post-unitario. Nelle terre appartenenti all'attuale provincia di Teramo, essendo poste a confine con lo Stato Pontificio, si concentrarono e operarono molte bande di briganti come nel Cinquecento, quella del notissimo Marco Sciarra, nato a Riano di Rocca Santa Maria, e, nel Seicento, quella del suo pronipote Santuccio da Froscia, nativo della frazione di Cesa, appartenente sempre al comune di Rocca Santa Maria.Fecero parlare di sé sempre nel Seicento Giulio Pezzola, nativo di Borghetto (oggi Borgovelino), i Colranieri, Giuseppe, Titta e Giamberardino, di Montorio al Vomano, Savino Savini di Civitella, Tommaso Vitelli, detto Tommasuolo, e Antonio Delle Piagge, detto “Barbarossa”. Nel periodo post-unitario operarono bande tra le quali quelle di Bernardo Stramenga, di Villa Passo di Civitella, di Gaetano Troiani, detto “Caddà” di Valle Castellana, di Angelo Florio di Isola del Gran Sasso, di Marcello Scalone, detto “Pilone”, di Sant’Atto di Teramo, di Felice Andrea Angelini, di Prevenisco. I gendarmi e i loro capitani, e soprattutto i funzionai pubblici, Uditori e Presidi, furono spesso autori di soprusi e vessazioni sulla popolazione, cosa che li faceva apparire un male non minore a quello dello stesso brigantaggio.Rifugiati tra i monti e spesso inseguiti dai gendarmi, i briganti dovettero ideare un metodo veloce, e atto a non farsi individuare a causa del fumo, per consumare carne cotta alla brace, e fu così che con buona probabilità nacquero gli arrosticini. Su una collina situata in posizione strategica, e imprendibile sotto il profilo militare per la concezione che se ne aveva all'epoca, fu eretta la fortezza di Civitella del Tronto divenuta oggetto di tre importanti assedi, rispettivamente nel 1557, nel 1806 e l'ultimo, dal 26 ottobre al 20 marzo 1861, che sancì con la resa la fine del Regno delle Due Sicilie. Il lungo lavoro di ricerca di Elso Simone Serpentini, durato anni, ha permesso di portare alla luce molti documenti di archivio, testi originali dell'epoca da cui sono nate canzoni popolari o appositamente composte su testi dello stesso Serpentini e musica di Franco Palumbo, conosciuto come “Roppoppò il cantastorie”. Con l'intento di far conoscere la storia locale e i luoghi in cui il fenomeno del brigantaggio teramano si è svolto, Serpentini e Roppoppò hanno allestito uno spettacolo: “SULLE TRACCE DEI BRIGANTI”, che si articola su due elementi portanti: la narrazione di avvenimenti storici a cura di Serpentini e l'esecuzione di brani musicali da parte di Roppoppò e della sua Roppoband, con l’accompagnamento del Coro Nuove Direzioni, diretto da Cinzia Cantoresi. Lo spettacolo, di indubbio valore storico-culturale, è andato già in scena l’anno scorso nell’ordine a Penna Sant’Andrea, Torricella Sicura, Campli, Alvi e nell’aula magna dell’Università di Teramo e sarà nuovamente proposto martedì 19 agosto, alle ore 21.30, a Pretara di Isola del Gran Sasso, Piazza Santa Colomba. Ingresso gratuito.