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Era il 2005 quando due amici, giocatori e appassionati di rugby, Marco Rosati e Maurizio Carminucci, durante un allenamento al vecchio campo sul lungomare di Tortoreto Lido (Teramo), decidono di stampare un semplice foglio, con una foto di una mischia, e una scritta che invitava a partecipare agli allenamenti.

Nasce così, quasi per caso, il Rugby Club Tortoreto. Da quel momento sono in molti ad accorrere, inaspettatamente: dalla cittadina adriatica, dal suo circondario, ma anche da Teramo e nei mesi caldi anche dall'Aquila, dalla quale provengono molti dei turisti che affollano il lungomare d'estate. Nel 2007 quel gruppo di appassionati decide di affrontare il primo campionato in Serie C. Due anni dopo arriva la prima formazione giovanile, con la U17, e poi il minirugby nel 2013 e la collaborazione del settore giovanile con L'Aquila Rugby Club, nel 2015.

Il Tortoreto è la squadra di rugby più a nord d'Abruzzo, e oggi è una realtà sportiva di riferimento in quel segmento di costa adriatica. Tuttavia non c'è solo il mare, di fronte agli occhi degli atleti biancocelesti, perché la domenica si gioca in collina, a Tortoreto paese, alle "Fontanelle", la casa del club, che attualmente il Tortoreto condivide con la squadra giovanile di calcio, ma di cui tornerà ad avere la gestione esclusiva dalla prossima stagione.

Da quel lontano 2007 di strada se n'è fatta, tanto che oggi il club annovera l'intero settore minirugby, mentre per la U14 e la U16 collabora con i vicini marchigiani del San Benedetto.

"L'idea del rugby è nata quasi per sbaglio – racconta Sandro Porrea, presidente tuttofare del club dal 2008 – con il terremoto del 2009 molti aquilani si sono ritrovati loro malgrado qui, e hanno voluto darci una mano, mentre nel settore giovanile è sempre stato fondamentale l'apporto dei genitori, che si sono cimentati in uno sport fino ad allora per molti sconosciuto".

Non sono state poche le difficoltà, in un piccolo comune – meno di 12 mila abitanti – che fino ad allora non conosceva la palla ovale, ma il Tortoreto è riuscito a entrare nella cultura del paese: "Il nostro paese era calciofilo ma, a conti fatti, la squadra di calcio ad oggi non c'è", sottolinea Porrea. Con il passare del tempo il Tortoreto si è preso il suo spazio nel "palinsesto degli sport" della zona, e oggi indossano la biancoceleste ragazzi della Val Vibrata, di Giulianova e delle altre località del comprensorio.

Il primo XV milita nel campionato regionale di C. Insieme all'Amatori Teramo, il Tortoreto è l'unica compagine abruzzese ad aver ottenuto l'accesso al girone interregionale per la promozione in C1. La nuova fase del campionato è iniziata la scorsa settimana: "La squadra ha bisogno di un altro anno per diventare quella che ci aspettiamo – evidenzia il presidente – il progetto di rinnovamento è partito tre anni fa, abbiamo creduto in una squadra giovanissima e siamo cresciuti, ma dobbiamo ancora lavorare molto".

L'ambizione arriva anche fuori dal rettangolo di gioco, direttamente alla struttura: "Vogliamo allargare una delle stanze che utilizziamo, per trasformarla in una club house, contiamo di farlo entro l'anno. Vogliamo ampliare anche magazzino e palestra, che già ci sono. La nostra fortuna è avere da sempre genitori attivi nella nostra associazione. Senza di loro non si potrebbe fare nulla".

Sotto il profilo tecnico l'età rugbistica del territorio è ancora molto giovane, ma si cresce tutti insieme. Il lavoro nelle scuole è fondamentale, per il coinvolgimento delle famiglie, come può essere utile anche una buona strategia nella comunicazione sul web, ci racconta Porrea.

E come possono essere d'aiuto strutture come FIR Abruzzo? "Bisogna lavorare di più sull'organizzazione territoriale – sottolinea il presidente del Rugby Tortoreto – molte squadre, come noi, hanno messo un seme, ma non è affatto facile e le problematiche nei diversi territori d'Abruzzo sono reali, bisogna lavorare affinché diminuisca l'isolamento". Come sta accadendo d'altronde, negli ultimi tempi tra il nord della regione e il sud delle Marche, dove per Porrea "si stanno tornando a riaprire i cancelli, per abbattere i confini".