Rendendo qualche salottino televisivo non solo datato, ma ribalta del nulla illuminata da un allevamento di lucciole, scambiate per lanterne… anzi per i fari di uno stadio, il Teramo dunque torna sui suoi passi e… chiede di giocare al Bonolis.
Addirittura rilanciando sulla proposta dell’accordo inaccettabile, tanto da chiedere di pagare tutta insieme una somma che veniva richiesta in quattro rate.
Un dietro - front, che più che una “scelta convinta”, è stata probabilmente una scelta obbligata, Prima di scrivere al gestore, proponendo di pagare in un’unica soluzione quello che aveva ritenuto “inaccettabile” pagare a rate, infatti, la società del presidente Di Antonio, ha tentato strade alternative, chiedendo la disponibilità dello stadio di Pineto. “Sí, ce l’hanno chiesto - conferma il presidente del Pineto Silvio Brocco - ma non è possibile per via dei lavori al tappeto erboso”.
A quel punto, obtorto collo, non restava che il Bonolis…. e miracolosamente, l’accordo che “non esisteva” e che “non era accettabile”, esisteva ed era accettabile. Esagerando, addirittura, visto che Soleia chiedeva il pagamento del pregresso in 4 rate e il Teramo vuole pagare tutto insieme.
Se Soleia non dovesse accettare, si va a Notaresco, come la società ha annunciato ieri? Forse, ma fino ad ora nessuno ha detto nulla al Sindaco Tony Di Gianvittorio, che ha atteso per tutta la mattina una qualche comunicazione ufficiale, che non c’è stata,: "Mi ha solo detto il presidente che stava risolvendo in un altro modo... noi non abbiamo avuto richieste e stiamo lavorando sulla semina del prato, se vogliono giocare qui dovranno ripagare la semina".
Non finisce qui.