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Screenshot_2024-12-23_alle_13.48.16.pngIl derby del Gran Sasso una cosa l’ha decisa. Il Teramo, nel prossimo anno, farà ancora la serie D. La sconfitta maturata contro gli uomini di De Feudis fa slittare i biancorossi a meno 12 punti dalla vetta. Oggettivamente troppi per sperare in un crollo della capolista. Di contro, gli aquilani una flebile fiammella la tengono ancora accesa, anche se ieri, al Bonolis, non sono sembrati irresistibili. 

La gara è stata decisa da due episodi: il rigore sbagliato da Galesioe l’espulsione dello stesso attaccante, avvenuta pochi minuti dopo, sul finire della prima frazione. 

Ma dare la croce al puntero argentino sarebbe un errore. Perché una partita di calcio non è mai decisa da un solo giocatore, nel bene e nel male. Le due reti subìte, certamente in dieci uomini, hanno evidenziato limiti. 

Sul gol di Alessandretti la difesa dorme, pur sapendo che il centrale aquilano non è nuovo ad incursioni da calci d’angolo. La seconda rete, quella di Persano, evidenzia imbarazzanti limiti in fase di marcatura. Dinanzi ad una cornice di pubblico imponente, il Teramo avrebbe potuto fare certamente di più, ma questo è un altro discorso. Tra i biancorossi, ancora una volta, i migliori sono Brugarello e Pavone. 

La stagione dei biancorossi è partita con la sola ambizione di far bene, anche perché la serie D non è il campionato di Eccellenza, né quello di Promozione. Torniamo a ripetere che, con l’organico a disposizione, il Teramo sta facendo anche troppo rispetto alle sue potenzialità. 

Certamente, il rimpianto e un po’ di malumore serpeggiano tra i tifosi. Il girone F, presentato alla vigilia come una specie di serie C2, si è dimostrato invece un girone modesto e alla portata dei biancorossi, che mai hanno subìto il dominio altrui: né al Riviera delle Palme, né ieri, né contro l’Ancona, né a Chieti.

Noi, di squadroni, non ne abbiamo visti. Le tre reti di Infantino, a 38 anni, la dicono lunga. Ecco, quindi, che i rimpianti prendono corpo. Sarebbe bastato poco, ma si per dire. Saremo noiosi, ma con un difensore centrale di spessore e un attaccante di altra categoria il Teramo avrebbe potuto tranquillamente ambire alla prima posizione. Un peccato, per una piazza, quella teramana, la cui tifoseria meriterebbe sicuramente il calcio professionistico, dopo anni di purgatorio nei dilettanti. 

Di contro, gli attacchi alla dirigenza e allo staff tecnico ci sembrano ingenerosi. Fare calcio, anche nella massima serie dilettantistica, comporta importanti impegni economici. Vi è bisogno di filiere di sostegno, di maggiore partecipazione imprenditoriale, di reti partecipative che concorrano, insieme al presidente Di Antonio, a costruire un assetto più forte. I calciatori forti costano e, in serie D, gli atleti che fanno la differenza costano molto. Il Natale arriva nel momento giusto. Occorre già ora iniziare a programmare la prossima stagione.
GIGIRRIVA