Su questa opera, che è l’ultima della nostyra mostra alla mostra “Extraduros, opere forti per stomaci forti”, da almeno cinque anni si è acceso un dibattito fortissimo. Secondo alcuni storici dell’arte, infatti, sarebbe un autoritratto giovanile di Giovanni dei Piccoli Legni, autore trecentesco del quale si ricordano poche opere, visto che gran parte della sua produzione finì perduta a causa di un terremoto che colpì l’Italia Centrale. Secondo altri, invece, sarebbe il ritratto fedele di Giamberto de’ Sannicolò detto “il Giocondo”, principe delle terre tra i fiumi, considerato l’inventore del selfie. A sostegno della prima tesi, in realtà sono poche le prove, mentre a sostegno della seconda la prova più eloquente è il dipinto stesso. Giamberto, infatti, nella sua famosa opera “De autoritracto mihi” canonizzò l’uso dell’immagine quale antesignano strumento di propaganda. «Non est importante lo lavoro che se fece, ma lo ritratto che se face», sosteneva, arrivando a teorizzare la necessità di fondere caratteristiche maschili e femminili «…per piacere a li homini et alle donne…», così come di usare negli sfondi i fiumi e le montagne «…per piacere a li piscatori e a li montanari…». Di lui si ricorda, tra le tante, la tesi «Iucunda imagine facet iucundo lo populo», donde il soprannome “il Giocondo”