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WCAPERTO

S’è aperto il W.C.
S’è aperto il Walter Cori
Ha disvelato il suo profondo pensiero.

Ha scritto..

Nel goffo tentantivo di rispondere al mio articolo di ieri (leggilo qui) il signor Walter Cori si apre ad una serie di buffe considerazioni, che possono essere riassunte, fondamentalmente, in due categorie:
1) io non posso scrivere di calcio, perché non vado allo Stadio.
2) io sono - cito testualmente: “…un pesce fuor d’acqua, grande e grosso più di una balena”.

Si tratta, come è facile intuire, di un pietoso tentativo di arrampicarsi sugli specchi, la qual cosa desta in me un certo stupore, perché credevo che il Cori non ne avesse a disposizione, visto che si avventura nello squallore dell’insulto fisico, avendo evidentemente una curiosa percezione della sua magrezza.

Detto questo, non trovo nella sua incespicante prosa elementi meritevoli di una risposta, se non uno, quello che vede - nella sua interessante lettura del ruolo della pubblica amministrazione - il sindaco investito di un “obbligo” ad interessarsi delle cose di una società privata.

Non è così.

Non è mai stato così.

Non lo sarà mai.

Né a Teramo, né a Siena, città della quale - leggo - a lei “sinceramente non frega nulla”. Non ne dubito, mi creda, è la città nella quale si vuole che sia nato l’italiano, comprendo quanto sia distante dai suoi interessi.

Mi sembra poi di intuire, nelle pieghe del suo forbito argomentare, un accenno di compiacimento per il fatto che io segua la sua trasmissione e perché lei - la cito - “svolge" questo lavoro da prima di me.
Obbligo di verità mi impone di disilluderla.

Due volte. 

La prima , perché ho visto della sua trasmissione solo la puntata col sindaco ospite, ma non escludo di poter ripetere l’esperienza. Mi hanno sempre incuriosito le atmosfere alla Ziegfeld e la tramelogedia.

La seconda, perché no, lei non “svolge” questo lavoro da prima di me, perché noi non facciamo lo stesso lavoro. Io sono un giornalista. 

Da ultimo, accetti un consiglio.

Nella prima pausa di campionato, quando non avrà l’obbligo di andare allo Stadio, vada comunque in zona Bonolis, entri al Centro Commerciale e cerchi il negozio che espone quei buffi “cosi” con la copertina colorata e tante pagine.

Si chiamano libri.

Ne prenda uno, di quelli destinati ai bambini, tipo “scopriamo gli animali”, e lo legga.

Perché ci vuole cultura, anche quando si tenta di insultare qualcuno.

Altrimenti, oltre allo squallore, ci si riveste anche di ignoranza.

Le balene, non sono pesci.

Sono mammiferi.

ADAMO