Mi sono preso tempo, per scrivere questo articolo. Il tempo necessario a lasciare sedimentare le sensazioni, fastidiosamente amare e profondamente sgradevoli.
Avevo bisogno di capire perché ieri, nella seduta del Consiglio Comunale, la già malassortita maggioranza sia riuscita, in più occasioni, ad offrirci il pietoso spettacolo della sublimazione dell’arroganza, dell’esaltazione della protervia, della legittimazione del cattivo gusto.
Ma andiamo per ordine: prima i fatti, poi l’interpretazione.
E le conseguenze.
I FATTI sono che ieri, in più occasioni, con un fare che mortifica loro stessi (ma non credo se ne accorgano), e soprattutto il luogo e il ruolo, due consiglieri di maggioranza, l’ex assessore Andrea Core e il rieletto Lanfranco Lancione, hanno fatto di tutto, ma proprio di tutto, per manifestare la scarsa considerazione che nutrivano per l’operato del presidente del Consiglio, Alberto Melarangelo.
Battutacce fuori microfono, toni infastiditi, sarcasmo da barberia, pungolate da terza elementare, spacconate in controscena da sagra paesana. Insomma, uno spettacolo ben oltre i limiti del pietoso, reso però “teatrale” dalla reazione di Melarangelo (che da gran signore qual è non ha mai raccolto le provocazioni), e soprattutto dal fatto che i due “baronetti” fanno parte, in teoria, della maggioranza che ha espresso lo stesso Melarangelo.
Non che mi stupiscano le sguaiate esternazioni dei compagni di banco e di fede politica, come non ricordare il caso foibe ?, e ho già avuto modo di “apprezzare” le rabbie malsopite di Core e il fraseggio "colto e garbato" di Lancione, così come ricordo quel loro sentirsi Pepponi senza don Camillo, "Commmunisti" di una fede cancellata dalla storia, autonominati ultimi depositari di una verità politica che non è mai stata vera, nemmeno dove l’avevano messa sulla bandiera che sventolava sui gulag. Ma ieri c’è stato qualcosa di più.
E di peggio,
C’è stata una pervicace ricerca dell’occasione polemica, dell’attacco fine a sé stesso, della possibilità di segnare una distanza infastidita. Quasi una irrefrenabile pulsione alla sgradevolezza, offerta alla platea della più importante assemblea civica, usando quale vittima predestinata il più colto tra i consiglieri, quello dai modi antichi e il fare elegante, il presidente dal garbo innato.
Ma perché?
Perché Core e Lancione (più il primo che il secondo), hanno voluto palesare il loro fastidio contro Melarangelo?
L’INTERPRETAZIONE.
Difficile da dire, ma certo l’esito elettorale avrà avuto un suo ruolo. Non deve essere stato facile, per Core, accettare la perdita di quella sua poltrona assessorile, così immagino che non sia stato semplice, per Lancione, il dover accettare il fatto che, per quanti voti prenda, non lo fanno mai assessore… e stavolta non gli hanno fatto assessora neanche la Falini.
Però non basta, non può essere solo invidia & rancore.
E allora?
C’entra forse la speranza che, attaccando Melarangelo, si possa arrivare a prenderne il posto?
O magari è solo un “caso politico”, cioè un tentativo di sopire i mugugni del PD (partito di Melarangelo) e riaffermare la supremazia di Insieme Possiamo? Insomma, stanno cercando di farci vedere chi ce l'ha più lungo? Sarebbe in fondo in linea con quell'indole un po' spaccona dei due, che non perdono l'occasione per gonfiare il petto e alzare la voce. Certo, preferisco quando lo fa Core, che almeno non apostrofa i maschili.
Confesso, però, che non ho ancora un’idea unica sulle ragioni di questa caccia al presidente, e che credo che la verità abbia molte facce, in questo caso. E nessuna è una faccia che mi piace. A proposito di facce, era emblematica quella del Sindaco, che ha assistito a tutto, senza dire nulla.
LE CONSEGUENZE.
Nel post Consiglio, molti sono stati i commenti infastiditi di (quasi) tutti i gruppi di maggioranza che, non volendo tollerare altre manifestazioni simili, stanno valutando contromisure, tra le quali anche l’ipotesi di mettere i Podemos in minoranza, in qualche prossima votazione consiliare, tanto per far capire ai baronetti che da soli non esistono. Politicamente parlando, esistono poco anche in gruppo, in realtà. E lo sanno. Dell’atteggiamento (umano e politico) dei due raffinati consiglieri, si parlerà nei prossimi giorni, nel tavolo di confronto della Maggioranza, preparatorio delle nomine dei presidenti delle commissioni.
E siamo solo all’inizio.
Andiamo insieme verso il futuro.
ADAMO