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 Screenshot_2023-09-19_alle_18.05.55.pngVoi lo sapete, l’ho già ammesso con assoluta sincerità: non sono bravo con i numeri.
Parafrasando il protagonista di un evento teramano - storico - unico - irripetibile - fantastico - straordinario, direi che la matematica non è mai stata (e mai sarà) il mio mestiere. 

Me la cavicchio, forse un po’, con le parole, ma coi numeri mi perdo.

Una cosa, però, l’ho capita: “two in megl’ che uan”.
Due, è meglio che uno.

Sì, lo so che non avete capito di cosa sto parlando.

Allora ve lo spiego.

Sto parlando di soldi.

Di soldi nostri.

E di chi li spende,

E di come li spende,

Questa, però, è una storia che voglio farvi raccontare insieme a me.

Così i conti li facciamo insieme.

Tanto è un conto facile.
Un’addizione semplice semplice.
1 + 1 = 2.

Facile, no?

Andiamo per ordine.

Cominciando dall’argomento.

Che è Teramo Natura Indomita.

Vi ricordo le cose che già sapete, perché le ho scritte solo pochi giorni fa (in QUESTO articolo),

1) Teramo Natura Indomita è il contenitore degli eventi estivi del Comune di Teramo.

2) Quest’anno, l’ha organizzata l’ACS che ha presentato una dettagliata istanza (QUESTA) e un altrettanto dettagliato programma (QUESTO).

3) Il Comune, ha accettato quell’istanza e approvato quel programma, erogando un contributo da 190 mila euro, con una delibera (QUESTA) che precisa proprio come quel contributo servisse a compartecipare alle spese.

Segnatevi questo verbo: compartecipare.

Perché è il verbo cardine del mistero matematico che io, per la mia ammessa incapacità aritmetica, non riesco proprio a risolvere.

Perché “compartecipare”, nella mia percezione, significa che il Comune mette quella cifra. 

E basta.

Gli altri soldi, ovvero l’altra metà, deve metterla il privato che chiede la compartecipazione.

Cioè ACS.
E poi, con quei soldi, deve realizzare tutte le iniziative proposte nel programma presentato al Comune.

Tutte.

Tutte, con quei soldi.
Può chiedere sponsorizzazioni, ma non altri soldi al Comune.

E qui chiedo il vostro aiuto.

Perché nel PROGRAMMA presentato da ACS, leggo: «Domenica 3 settembre, Extemporamnia», e qualche riga più sotto: «Sabato 16 settembre - Sport sotto le stelle».

Ecco, aiutatemi a capire: se sono nel programma presentato da ACS e per il quale è stato chiesto, e ottenuto, un contributo comunale da 190 mila euro, significa che tutte queste manifestazioni rientrano in quel finanziamento, giusto?
Lo dice anche il Comune, nella delibera di concessione del Finanziamento, elencando le date degli eventi. Scrive testualmente: «…l’ACS Abruzzo Circuito Spettacolo – Impresa Sociale … ha richiesto il Patrocinio del Comune di Teramo, l’utilizzo del logo ed il contributo economico di € 190.000,00 per far fronte alle spese organizzative e di allestimento, per la realizzazione della manifestazione denominata “TERAMO NATURA INDOMITA 2023”, come da relazione, piano economico e finanziario e programma depositati agli atti del Comune…».
Chiaro, no?

Chiarissimo, direi.
L’ACS chiede 190 mila euro per «…per la realizzazione della manifestazione denominata “TERAMO NATURA INDOMITA 2023”…», e si specifica: «…come da relazione, piano economico e finanziario e programma…».

Programma, appunto.

E nel programma ci sono sia Extemporamnia, sia Sport Sotto le stelle.

Ma se cosi è, potreste spiegarmi:
- perché il Comune delibera (LEGGI QUI), di concedere un contributo di 12.500 euro all’associaizone culturale Liberementi per organizzare Extemporamnia?
- Perché il perché il Comune delibera (LEGGI QUI), di concedere un contributo di 22.000 euro alla Mastergrafica per organizzare Sport Sotto le stelle?
E’ un po’ come se avessimo comprato una vacanza al mare “all inclusive” e poi, benché avessimo già pagato tutto, avessimo deciso di pagare la seconda volta il cuoco dell’hotel e l’ombrellone.

Se è tutto previsto nel contributo all’ACS, perché è stato dato un contributo anche alle associazioni? 

Perché se cosi è, allora i conti di Teramo Natura Indomita vanno rivisti e corretti, e quei 190mila diventano già 222.500 euro.

Col doppio contributo “indomito”.


Perché “two is megl’ che uan”

ADAMO