Leggo poco, sempre meno, direi raramente la stampa locale.
Perché poco, sempre meno, direi raramente trovo spunti di interesse.
Tranne le inchieste dell’amico Giancarlo Falconi, mi capita poco, sempre meno, direi raramente di aver voglia di leggere qualcosa pubblicato da altri.
Stavolta, però, ho fatto un’eccezione.
Ho dovuto fare un’eccezione.
Perché, con una pennellata di stile (sua e del sito che l’ha ospitato: di solito non si accolgono attacchi ad altre testate, ma “taluni” lo fanno) il Sindaco di Silvi, Andrea Scordella, rilascia un’intervista nella quale, tentando di arrampicarsi sugli specchi, e soprattutto cercando di accreditare la sua personale narrazione, prova a rispondere al mio fondo (QUESTO) e a raccontarci che lui, nel momento peggiore di una delle peggiori crisi idriche della storia silvarola, si è battuto come un leone per garantire l’acqua ai suoi cittadini.
Anzi, dice che si batte come un leone addirittura dal 2018… e visti i risultati, ci sarebbe di che dimettersi… ma tant’è.
Veniamo a noi, anzi: a me.
Non voglio credere che il colto articolista, entrato di prepotenza nella storia dell’uso giornalistico della lingua italiana, per il paradossale, comico e scorretto utilizzo dell’ndr (la nota del redattore…), abbia voluto riferirsi a me, cioè ad Adamo, quando scrive «…. il sindaco di Silvi Andrea Scordella non ci sta più a sopportare gli attacchi da parte di persone che sotto falso nome lo accusano impropriamente di tutto e di più con articoli su un giornale web ….», perché sarei costretto a spiegargli la differenza tra pseudonimo e falso nome, anzi: nel mio caso tra acronimo e falso nome, ma lo costringerei ad uno sforzo culturale forse eccessivo, quindi glielo e velo risparmio.
Anche perché non serve, il Sindaco Scordella, sa benissimo che Adamo è l’acronimo di Antonio D’Amore, così come conosce certastampa, visto che non risponde alle nostre telefonate.
Neanche a quelle che gli abbiamo fatto in questi giorni, proprio per chiedergli cosa stesse facendo per arginare l’emergenza idrica.
Non risponde.
Non a noi.
Andiamo avanti, perché adesso viene il passaggio dell’intervista che più mi riguarda.
Leggiamola insieme: «Mi si rimprovera – ha aggiunto il sindaco Scordella – di aver partecipato alla cerimonia dell’apertura della Porta Santa di Atri, adempimento istituzionale che si ripete da tanti anni, che ho effettuato con senso di intima partecipazione quale massimo rappresentante della città di Silvi e come cristiano praticante».
Amen.
Deduco, quindi, che per il paladino della fede Andrea Scordella, era un «…adempimento istituzionale… da effettuare con senso di intima partecipazione… », quello dello sfilare in corteo, anzi: in processione, di tricolore fasciato, nel pieno di un’emergenza idrica epocale, mentre i turisti inferociti se ne andavano e i ristoranti dovevano chiudere i bagni.
Mentre i cittadini non sapevano a che santo votarsi… lui sì.
E mi accusa, anche, di aver «…fatto della volgare ironia…», senza dettagliare i contorni della volgarità (difetto che non mi appartiene…), e addirittura di «… aver fatto della volgare ironia accompagnandola dalla immancabile fake news che ad Atri non esisterebbe la crisi idrica, nonostante tutti i giornali, compresa la testata in questione, avessero diffuso la notizia, quella vera, della preoccupazione per la carenza idrica nella città…».
Qui, la cosa si fa misteriosa, perché se è vero che abbiamo scritto delle grandi difficoltà idriche di Atri, è assolutamente falso che nel mio fondo io abbia scritto che ad Atri il problema non esiste.
Anzi: scrivevo che c’era un’autobotte in servizio costante per l’ospedale, segnale evidente di difficoltà.
Ma Scordella preferisce raccontare una storia che non c’è, per passare da vittima e condannarci al pietoso tentativo di far dimenticare quella che c’è, che è la storia di un Comune in preda ad un disagio enorme e di un Sindaco che ha deciso, in quelle stesse ore, di andare a sfilare in processione: «…con senso di intima partecipazione quale massimo rappresentante della città di Silvi e come cristiano praticante…».
In chiusura, come nella più vieta pratica di controinformazione, non poteva mancare una carriolata di dietrologia: «… auspico che la magistratura accerti la verità su quanto è accaduto e individui chi, eventualmente, ha manovrato con meschinità e per interessi vari, personali o politici, per favorire una situazione emergenziale del genere».
Ecco la verità: è un “gomblotto”…
Serve un aiuto potente.
Urge un’altra processione…
ADAMO