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IMG_3078.jpg La rabbia agli irti scranni

mugugnando sale
e tale è il rinfacciare
che ci vorrebbe il Var
....
Ma per le vie del borgo
tra accrediti e cantie
ri
spuntano i desideri
l’anime ad eccitar

....
Siede su braci accese
Gianguido traccheggiando:
Sta al rimpastar pensando
e sceglie chi cacciar
...
Tutti cercano posti
nel ribollir di Giunta
vedremo chi la spunta

e chi dovrà migrar
...
M’è presa così, stamattina: una sorta di rigurgito poetico, uno slancio creativo, una specie di ispirazione in rima scomposta. Non lo so perché, non ho neanche fatto colazione, eppure m’è venuta ‘stà botta di carduccite post liceale e, a volerla dire tutta, anche fuori stagione, visto che oggi non è il giorno dedicato a San Martino, ma al Beato Benincasa da Montepulciano (anche se, a ben guardare, una certa affinità vinicola c’è).
E’ che il ribollir di Giunta m’ha scatenato l’estro lirico… so’ fatto così, i rimpasti mi mettono allegria, specie quando, come in questo caso, sono puzzle complicati da comporre, ma così complicati che addirittura il nucleo pensante della gianguideria sta meditando il colpo a sorpresa, la giocata ad effetto, il contropiede vincente.

Ma andiamo per ordine, anzi: per strofe.

La rabbia agli irti scranni

mugugnando sale
e tale è il rinfacciare
che ci vorrebbe il Var
Se lo slogan motivante del gianguidismo è stato, lo sapete, l’iperabusato “andiamo insieme verso il futuro” quello attuale è un po’ diverso, e suona più o meno così “restiamo nel presente e facciamoci ognuno i cazzi nostri”… lo so, l’ho messa un po’ volgare, ma più fine non avrebbe reso l’idea, perché la finezza non traduce quel venir meno del collante umano che legava i gianguidici. Logorata nei rapporti umani prima e in quelli politici poi, l’attuale Maggioranza è divisa sia in gruppi ufficiali sia in sottogruppi ufficiosi, che si riconoscono più che in un programma, in una posizione rispetto al governo della città. Su una cosa (quasi) tutti concordano: non va. Non è questa la Teramo che avevano sognato, e lo dicono, anzi: lo gridano e se lo rinfacciano nelle riunioni di Maggioranza, dove ormai la polemica ha preso il posto delle idee. Il Sindaco tenta di ricondurre tutti ad una visione di squadra, ma è complicato, perché ormai anche chi - a mio giudizio - dovrebbe tacere per manifesta inadeguatezza, vedi Raiola e il grillino Calandrini (tanto per citarne due), sente il bisogno di criticare.
Ma per le vie del borgo

tra accrediti e cantieri

spuntano i desideri
l’anime ad eccitar

Questa situazione, ovviamente, oltre a sfaldare la trama della gianguideria, nutre i desideri di chi, fin’ora partecipe ma critico, sente adesso il bisogno di tentare di salvare il salvabile, e quindi di far sentire la propria voce. Un comune sentire che lega tra loro un certo numero di consiglieri di maggioranza, a partire dalla podemos Valentina Papa che, in più occasioni, ha usato accenti critici sull’azione di governo, passando poi attraverso i piddini Luca Pilotti ed Emiliano Carginari, i “misti” Simone Mistichelli, Andrea Core e Sara Falini. Di fatto, se costituissero un gruppo, sarebbero maggioranza della Maggioranza. Ad unirli, strano ma vero, non sono rivendicazioni poltronifere, perché i desideri, cui alludo nella mia carducciata in rima, sono quelli del restituire Teramo ai teramani, delle soluzioni possibili, del dialogo risolutivo non dell’imposizione. Se questo numeroso “gruppo non gruppo” avesse avuto ruoli e potere, credo che non staremmo qui a discutere di una città violentata dai parcheggi a pagamento, del commercio mortificato, delle infinite spese per eventi grandi e piccoli che non lasciano nulla, né di grande né di piccolo. E, ne sono certo, pagheremmo sette stipendi da assessore, non nove.
Siede su braci accese
Gianguido traccheggiando:
Sta al rimpastar pensando
e sceglie chi cacciar

Per quanto sempre più impegnato a Roma nel suo ruolo all’Anci, con trasferte che immagino gli consentano di sgravarsi delle pesantezze amministrative teramoidi, il Sindaco Gianguido D’Alberto soffre questa situazione e avverte ormai come improrogabile l’avvio di una nuova svolta, insomma di un rimpasto, che poi sarebbe il secondo del Gianguido II. Rimpasto al quale il Nostro si avvicina con un progetto strategico che, già in passato, ha dato i suoi frutti. Nel concedere - finalmente - all’assessora Ferri di tornarsene a tempo pieno al suo camice medico, il Sindaco non vorrebbe solo riaprire le “consultazioni” tra i suoi, ma avviare una campagna acquisti che rafforzi la maggioranza disposta a sostenerlo. Mi spiego: ricordate quando, nel Gianguido I, riuscì a portare alla sua corte i due aspiranti Sindaci che si erano candidati anche in alternativa alla sua candidatura, e cioé Cavallari e Di Dalmazio? Bene, il progetto adesso sarebbe lo stesso, ma offrendo un assessorato a Alessio D’Egidio di Azione e alla civica Cristina Marroni. Operazione che, per quello che riguarda D’Egidio, non dispiacerebbe ai bellateramani di Johnny Cavallari, visti i rapporti dello stesso consigliere regionale con Azione, specie nella vicinanza all’amministrazione rosetana, e vista anche la posizione della stessa Azione in Regione, dove siede convintamente col centrosinistra. Su Cristina Marroni non mancherebbe, invece, l’appoggio del gruppo in Comune per Te del presidente Camillo D’Angelo, che triangola con la già candidata Sindaca attraverso il marito, Christian Francia, che in Provincia è tra i collaboratori più stretti del Presidente. Per la Marroni, poi, sarebbe un ritorno, visto il suo ruolo da vicesindaca nel Gianguido I. Ripeto, questa è la campagna acquisti strategica sulla quale si riflette nel sancta sactorum della gianguideria, benché - sentito a margine del Consiglio di ieri - D’Egidio abbia commentato «Mai…», ma si sa la politica è arte del compromesso e, specie con Azione, tutto può succedere. 

Tutti cercano posti
nel ribollir di Giunta
vedremo chi la spunta

e chi dovrà migrar

Mentre i dalbertiani (cioè i pretoriani della gianguideria, i più convinti dei convinti) meditano sulla campagna acquisti, c’è chi vede il rimpasto come una possibile occasione di affermazione personale, tanto più che nel “gruppo non gruppo” molti ritengono che, in questa fase, non serva un rimpasto ma un azzeramento della Giunta, per disegnare una vera operazione di rilancio nel triennio mancante. Tra quelli che aspirano, c’è anche il giovane Michele Raiola il quale, se da una parte ha compreso quanto siano autodistruttivi oltre che inutili i suoi interventi consiliari, dall’altra continua a raiolare nelle riunioni di Maggioranza, ergendosi a volte addirittura a censore dell’altrui agire, finanche delle interviste rilasciate a certastampa. Visto che, in ossequio ad un malinteso senso della democrazia, si considera giusto che esprima una propria opinione anche chi non ha mai un cazzo di interessante da dire (per la volgarità, vedi sopra), e che quindi non si può politicamente impedire che Raiola parli, faccio appello al Vigile Ecologico Calvarese perché provveda, lui che può, alla giusta tutela degli alberi che producono l’ossigeno che Raiola spreca nei suoi interventi.
Salviamo la Natura.
ADAMO