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Mi pare ancora di sentirlo, quel friccichìo d’emozione nel vibrato vocale dell’assessore Filipponi quando, in una conferenza stampa appositamente convocata, annunciò l’evento: l’arrivo a Teramo della troupe di “Casa a prima vista”.
Ma ci pensate? Quale onore, quale ambito traguardo, quale risultato impensabile: la nostra città era stata scelta e non per una, ma addirittura per due puntate di “…uno dei programmi di punta di Real Time…”, come riportava l’immancabile comunicato stampa post annuncio.
C’era di che andarne fieri.

E infatti, la gianguideria ne andò fiera, del resto chi non lo sarebbe di ospitare: «…la trasmissione, cheracconta la sfida tra agenti immobiliari impegnati a trovare la casa ideale per clienti reali, offrendo uno sguardo autentico sul mondo del mercato immobiliare…».

Roba forte.

Altissima televisione.

L’Empireo dell’emittenza.

Su, confessatelo: nel segreto delle vostre serate televisive, quando restate soli con il vostro telecomando e potete, finalmente, decidere a quali programmi dedicare le vostre residue forze, la scelta cade sempre su “Casa a prima vista”.

Ma quali prime visioni sky?

Ma quali serie Netflix?

Ma quali partite su Now?

Tutti noi, si sa, coltiviamo un’unica passione: “Casa a prima vista”.
In verità, voglio ammetterlo, io qualche puntata l’ho vista, e mi è bastato per capire che tra le due versioni del programma, quella romana e quella milanese, la seconda è di gran lunga migliore, ma solo ed esclusivamente per le caratteristiche dei tre agenti: la verace Ida, l’ impostato Filippo e la bonazza Mariana, mentre dell’altra versione, quella romana, non ricordo neanche i nomi degli agenti, ma ne conservo il fastidio di un’antipatia - quella sì - a prima vista.

A Teramo, per le riprese che, secondo la gianguideria: «… rappresentano una straordinaria opportunità di visibilità per la città, che sarà raccontata attraverso scorci, piazze e luoghi simbolici, trasformandosi in una vera e propria “cartolina televisiva” da mostrare al grande pubblico…», manco a dirlo, sono venuti i romani.

La cosa che, nell’annuncione dell’eventone era sfuggita all’assessore, era però un dettaglio marginale, ma ai miei occhi… e per le nostre tasche, estremamente significativo: il prezzo.

Sì, il prezzo.

Per ospitare a Teramo la troupe del fantastico format, infatti, abbiamo pagato quasi quattromila euro.
Lo spiega perfettamente la determina 1228 del 12 giugno, che prevede appunto: «…per il Soggiorno troupe evento “CASA A PRIMA VISTA” Teramo tra il 3 e il 4 giugno 2025, l’ importo di €.3.375,00…».

Così ad occhio, quel “…tra il 3 e il 4 giugno…” mi fa pensare che si tratti di una notte sola, ma mi piacerebbe sapere quanto fosse numerosa la troupe, se quella notte c’è costata quasi quattromila euro, ma spero che abbiano gradito la sistemazione e la colazione.

Soldi (nostri) che escono dal capitolo di bilancio dedicato alle “Spese per iniziative varie di promozione turistica”, e mi chiedo se sia lo stesso dal quale uscirono i 30mila euro per una guida turistica, allegata ad un foglio regionale, che ha prodotto gli immensi flussi di turismo che oggi affollano la nostra città.

Più che casa… cassa a prima vista.

Che, secondo me, questa trasmissione non avrà alcun riflesso promozionale per la nostra città, l’avevo già scritto, ma il sapere che ci è costata anche quasi quattromila euro, mi rende la cosa ulteriormente fastidiosa.

Mi consola il sapere che non potremo ospitare altri format del genere, quattro hotel… perché non ci sono quattro hotel in città; quattro ristoranti… perché la cucina tradizionale teramana ormai la fanno solo in un paio; forse… forse potremmo ospitare Pechino Express: “Sul sentiero dei Pretuzi, viaggio avventuroso tra cordoli, strisce blu, promesse, annuncioni, cantieri e nature indomite”.

ADAMO