• MCDONALDS
×

Avviso

Non ci sono cétégorie

Pannellabavaglio

Se tutti i documenti raccontavano la stessa favola, ecco che la menzogna diventava un fatto storico, quindi vera. (cit. Orwell 1984)

Il Ministero della Verità, in effetti, non si limitava alla censura in senso stretto di quelle notizie e opinioni non allineate con il pensiero unico, masi spingeva fino al punto di voler riscrivere e quindi falsificare la storia.

Siva bene, ma in fondo si tratta di un romanzo che rappresenta un mondo distopico Ne siamo sicuri?

Sia chiaro, nel nostro paese un problema di crescente censura c’è sempre stato sin dall’instaurazione della Repubblica, denunciata a più riprese da Marco Pannella.

Celebre la foto che lo ritrae con il bavaglio nel corso di una diretta TV.  

Con la cosiddetta seconda Repubblica abbiamo assistito a diversi tentativi di "monopolio" del regime informativo: il pluralismo auspicato in seguito alla liberalizzazione delle reti TV si è rivelato una chimera che ha favorito la "occupazione" da parte dei partiti dei mezzi d'informazione (giornali, TV e poi internet) con strumenti come il finanziamento pubblico all'editoria che sono stati utilizzati per ottenerne un controllo crescente.

Prima della sua morte, dopo aver subito unasistematica rimozione dai mezzi d'informazionetestimoniato peraltro dalle cause vinte contro la RAI,Marco matura l'idea di un diritto umano alla conoscenza, convinto che il rispetto degli altri diritti umani passasse anche per quel "deliberare" del motto di Einaudi, possibile solo attraverso una informazione corretta.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a nuovi dibattiti sulla censura, dovuti anche ai cambiamenti tecnologici in materia d'informazione: citiamo, a titolo d'esempio estremoil caso dei giganti "Big Tech" Twitter e Facebook che hanno censurato perfino il Presidente degli Stati Uniti,con il sostegno di buona parte delle forze cosiddette "democratiche".

Tale tendenza è esplosadurante la "pandemia" ed ha colpito, in particolare, il dibattito sui mezzi per contenerla, sui vaccini, sulle cure mediche e sugli strumenti giuridici adottati dal governo (guidato all’epoca da Giuseppe Conte)sino al punto di assistere, da un lato aunimprovvisa quanto preoccupante "compattezza" dell'informazione generalista nel censurare e criminalizzare ogni forma di dissenso critico soprattuttoa proposito deivaccini;dall’altro a denigrare e screditare apertamente e in modo paradossale, persinoluminari della medicina di fama mondiale,favorendonello stesso tempole tesi di personaggi le cui modeste credenziali non giustificavano certo la sovraesposizione mediaticadi cui hanno beneficiato.

Con Draghi alla Presidenza del Consiglio detta tendenza si è estesa a ogni azione del governo, con una precisa distorsione e "riscrittura" delle notizie:

è così accaduto che le telecamere abbiano mostrato come vuota la piazza di Trieste in realtàgremita di cittadini; è stata rimossa la notizia delle oltre 100 iscrizioni nel registro degli indagati a carico dello stesso premier a seguito delle denuncie del “fascista” Roberto Fiorepubblicata con un approfondimento“controcorrente” solo da Certastampa (LEGGI QUI.

A dir poco sorprendente ed inverosimile la “notizia” di un’improbabile crescita dei contagi a seguito delle manifestazioni di piazza a Trieste, fenomeno stranamente non registrato per altre manifestazioni, come ad esempio quella di protesta contro la mancata approvazione della proposta di legge “Zan”.

Il covid avrebbe dunque una maggiore diffusione solo in quelle manifestazioni di contestazione del governo?

Quando la censura non basta,il governo ricorre, in maniera sempre più frequente,alluso della violenza persino contro pacifici manifestanti, come ha testimoniato su questa rubrica Alessia P. (LEGGI QUI.  che, per aver partecipato pacificamente a Romaauna manifestazione contro il governorischia ora di perdere l’udito aun orecchio dopo esser stata investita dal violento getto di un idrante.

Nessuna tolleranza verso qualsiasi forma di dissenso, anche se espressa in forma pacifica: a farne le spese il nonviolento Stefano Puzzer, a Trieste travolto dagli idranti e a Roma “punito” con un DASPO.

Quale la colpa? 

E, dove non arrivano la censura e le mazzate, si ricorre alla diffamazione e denigrazione dell’oppositore, come accaduto al vice questoreNadia Alessandra Schirillò.

Accade così che  i dissidenti siano etichettati tutti come “negazionistino vaxfascisti”, in modo da alimentare un pericoloso clima d’odio.

Per quanto tempo ancora potrà durare questo spazio libero e non censurato di comunicazione “controcorrente”?

Concludiamo citando Orwell:

in tempi di menzogna universale la verità è un atto rivoluzionario.

                                               Vincenzo di Nanna