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marcopannellaNon ho mai avuto la presunzione di farmi interprete del pensiero di Marco Pannella e per questo mi limito a copiare il testo di un intervento reso dal leader del Partito Radicale, nel corso di un convegno tenutosi a Genova nel novembre del 1995, sul tema delle vaccinazioni obbligatorie nella prima infanzia (https://www.radioradicale.it/scheda/80523/vaccinazioni-obbligatorie-della-prima-infanzia-):

… Lo Stato tutore rappresenta qualche vantaggio a volte nell'immediato, ma il costo poi dopo un po', una generazione o all'interno della stessa generazione, è grande. Lo dicevo sempre: senza scioperi, senza sindacati, nel ventennio fascista i treni arrivavano in orario. Poi è accaduto che il costo è stato che nel ‘43 non c'erano più le stazioni, erano bombardate, non c'erano più i viaggiatori, a volte erano bombardati, ammazzati anche loro, ma non c'erano più i treni: e sono i costi. Noi dobbiamo scegliere se vogliamo garantirci attraverso lo Stato tutore... io per esempio non vorrei … che mi si imponesse di portare la canottiera, perché se io non porto la canottiera mi piglio la pleurite o non so che cosa o il raffreddore, naturalmente ho diritto ad andare in ospedale o non so che, e a questo punto c'è un costo sociale dovuto al fatto che io non metto la canottiera.

… è indubbio che alla base di tutte le illusioni totalizzanti, fasciste, comuniste, cattoliche e via dicendo, sempre poi, c'è sempre questo, c'è il ritenere che il cosiddetto bene pubblico deve prevalere sulle sensibilità individuali, per cui . . . eh, sì, solo che il problema è questo, è che questo presume poi di essere certo che esiste un'autorità che a un certo punto per esempio non stabilisca di mettere il vaccino contro il dissenso; e questo che in Ignazio Silone o in noi poteva essere una battuta, come sapete nel progredire della scienza, non è una cosa del tutto inimmaginabile che ti si inoculi qualcosa che ti crei dei riflessi e non certi altri, socialmente anche parlando.

Quindi questo è sotto una proiezione metaforica non paradossale quello che a me porta a ritenere che i vantaggi, che capisco, del sostituire all'auspicata convinzione, alla fatica e alla durata del convincimento il decreto, ecco, io scelgo la fatica del convincimento, la sua lentezza, i rischi, piuttosto che la facilità del decreto, dell'obbligatorietà e dell'obbligazione …

Se il rivoluzionario Marco Pannella fosse ancora vivo, oggi sarebbe stato etichettato e quindi discriminato e criminalizzato come “NO VAX”, come del resto è accaduto a tutti coloro che, pur non essendo contrari alle vaccinazioni in quanto tali, hanno tuttavia espresso il proprio pensiero critico sull’imposizione dell’obbligo di vaccinazione contro il covid, o sul meccanismo di tipo estorsivo scelto dal governo per imporlo coattivamente, meglio noto come “green pass”.

Eppure, come ho potuto scrivere su Certastampa già nel 2021, l’imposizione dell’obbligo e del “passaporto” vaccinale sono stati sin dall’inizio basati su un falso (a dir poco) grossolano e cioè che la vaccinazione offrisse protezione contro il contagio.

Una fesseria mai affermata, neppure dalle case farmaceutiche produttrici e ufficialmente smentita dall’O.M.S., con dichiarazione resa dalla portavoce Margaret Harris, nel corso di una conferenza stampa tenuta il 6 aprile 2021 a Ginevra, nel corso della quale ha reso noto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità non sosteneva la richiesta di “passaporti per la vaccinazione” per i viaggi, a causa dell'incertezza sul fatto che l'inoculazione prevenisse la trasmissione del virus, oltre a preoccupazioni di equità:

"Noi dell'OMS stiamo dicendo in questa fase che non vorremmo vedere il passaporto per le vaccinazioni come un requisito per l'ingresso o l'uscita perché non siamo certi in questa fase che il vaccino prevenga la trasmissione. Ci sono tutte quelle altre domande, a parte la questione della discriminazione nei confronti delle persone che non sono in grado di ricevere il vaccino per un motivo o per l'altro”.

Una presa di posizione netta che, appena 5 giorni dopo l’entrata in vigore del primo decreto legge che imponeva in Italia l’obbligo di vaccinazione, già contraddiceva, in maniera a dir poco clamorosa, il presupposto “scientifico” su cui il governo aveva fondato l’imposizione dell’obbligo vaccinale e, più in generale, di tutte le misure di coazione indiretta, come il cosiddetto GREEN PASS.

Una notizia che avrebbe dovuto riempire le prime pagine di tutti i giornali, ma che in Italia è stata pubblicata solo da Certastampa (https://certastampa.it/170-rubriche/controcorrente/45333-controcorrente-green-pass-e-ho-detto-tutto.html).

Sincera meraviglia e preoccupazione suscita, allora, la posizione assunta dall’attuale ministro della Giustizia dott. Carlo Nordio, un tempo considerato un giurista liberale e garantista, ma che sulla questione dell’obbligo vaccinale continua a mantenere una posizione filo cinese e antiliberale che si pone in perfetta continuità con il precedente governo Draghi.

Certo, dispiace dopo aver ricordato la genialità preveggente del pensiero liberale di Marco Pannella, dover (purtroppo) leggere cosa ha detto il dott. Nordio, ma si tratta del ministro della Giustizia in carica (https://www.ilfoglio.it/giustizia/2023/05/19/news/nordio-contro-la-giudice-no-vax-di-firenze-5283341/) :

 

“Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha preso in esame il caso della giudice no vax di Firenze, Susanna Zanda, denunciato sul Foglio lo scorso 21 marzo. Il magistrato si era rivolta al Csm per sapere se sarebbe andata incontro a una sanzione disciplinare qualora si fosse recata al lavoro senza green pass, utilizzando un linguaggio degno del peggior complottismo internettiano (i vaccini contro il Covid-19 venivano definiti “sieri sperimentali, causa di moltissimi decessi”, e il green pass uno “strumento eversivo”). La giudice era già nota per aver reintegrato – contro le pronunce della Corte costituzionale – una psicologa sospesa perché non in regola con l’obbligo vaccinale, sostenendo che i vaccini contro il Covid-19 “alterano il Dna” e hanno causato “migliaia di decessi”.

 

Interpellato da un’interrogazione del senatore di Italia Viva, Ivan Scalfarotto, Nordio ha risposto sottolineando la “gravità” delle dichiarazioni effettuate dalla giudice Zanda. Per il Guardasigilli i “toni di esacerbato dissenso” usati da Zanda sono “non compatibili con il dovere di equilibrio e riserbo cui ogni magistrato è tenuto nell’esercizio delle proprie funzioni”, mentre i contenuti di alcune affermazioni “paiono aderire alle più radicali teorie complottiste elaborate nel corso della pandemia da Covid-19”. Le dichiarazioni del magistrato sono considerate “idonee a minare la fiducia e l’affidamento che ciascun membro della collettività deve potere riporre negli appartenenti all’ordine giudiziario”.

 

Ancora più grave viene definito il provvedimento con cui la giudice Zanda ha reintegrato una psicologa sospesa perché non vaccinata: “La disapplicazione della normativa interna, che aveva superato in due distinte occasioni il vaglio di legittimità costituzionale, nonché la reintegrazione immediata al lavoro di personale sanitario che non aveva completato il ciclo vaccinale appaiono idonee a configurare una grave e inescusabile violazione di legge”. Resta ora da vedere se, come la logica vorrebbe, il ministro deciderà di promuovere un’azione disciplinare nei confronti del magistrato.”

Una risposta che, oltre a porre definitivamente fine alla favola del giurista liberale, rende quanto mai attuale il lungimirante pensiero schiettamente liberale di Marco Pannella che, già nel 1995, parlava di “vaccino contro il dissenso”.

Quanto alle critiche circa il contenuto dei provvedimenti del magistrato Zanda, è forse utile ricordare al ministro ciò che i magistrati e avvocati anziani erano soliti insegnare ai giovani colleghi:

l’unica forma di censura ad un provvedimento di un giudice è rappresentata dall’impugnazione. Ma erano altri tempi …

Vincenzo di Nanna