Nel momento in cui infuria il dibattito politico sulle nuove norme anti-Covid preannunciate dal governo Draghi, due dei più noti costituzionalisti italiani hanno espresso pareri che, come riporta il quotidiano Il Giornale, sembrerebbero “spazzare via ogni dubbio: esiste un interesse collettivo alla salute che giustifica la compressione delle scelte dei singoli. Sia che si tratti di vietare l'ingresso al pub a chi non è vaccinato, sia che si voglia imporre per legge la profilassi a intere categorie”.
A spiegarlo a Il Giornale sono Giovanni Maria Flick e Sabino Cassese, entrambi docenti universitari e già giudici costituzionali.
In realtà, così afferma Cassese, la Costituzione non impedirebbe affatto neanche la scelta più radicale, ovvero l'imposizione dell'obbligo del vaccino a tutti gli italiani: «L'articolo 32 dice che nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario se non per disposizioni di legge". Quindi, la previsione per legge di un trattamento obbligatorio è contemplata dal nostro ordinamento, d'altronde già dal 2017 sono obbligatorie per legge dieci vaccinazioni per i minori di sedici anni. Per rendere obbligatoria anche la vaccinazione Covid servirebbe una norma apposta, un atto con forza di legge. E io ritengo che ben potrebbe il governo intervenire in questo modo».
Ma perché mai scomodare così illustri giuristi quando sarebbe stato sufficiente leggere il testo semplice e chiaro dell’art. 32 della Costituzione?
La questione, in effetti, non può esser rappresentata dalla possibilità pacifica e non contestata d’imporre un trattamento sanitario come obbligatorio tramite legge o un atto avente forza di legge, quanto piuttosto accertare e verificare se, quel determinato trattamento sanitario, sia realmente utile ed efficace per tutelare il bene primario della salute pubblica.
L’illustre giurista, nel ricordare come nel nostro ordinamento siano stati resi obbligatori per legge “dieci vaccinazioni per i minori di sedici anni” omette, tuttavia, di considerare che i “vaccini” contro il virus cinese sono ancora in una fase puramente sperimentale, come del resto certificano le stesse case farmaceutiche produttrici che ricordano come la durata della “protezione” non sia nota, non siano disponibili sufficienti informazioni sul vaccino somministrato ai minorenni, non sono stati eseguiti studi di genotossicità né di cancerogenicità, e la somministrazione può, in “rari casi”, determinare coaguli, miocardite e pericardite……..
I produttori avvertono, inoltre, come l’autorizzazione sia stata rilasciata subordinatamente alla verifica nel corso degli anni, dell’efficacia e degli effetti indesiderati.
Dunque, a voler (per assurdo) ignorare i numerosi decessi e i gravi effetti collaterali, si tratta, per ammissione delle stesse case farmaceutiche produttrici, di un trattamento sanitario in fase ancora puramente sperimentale e, già solo per questo, potenzialmente pericoloso per la stessa salute pubblica, circostanza ben nota al governo italiano che, con il decreto legge del 1 aprile 2021 n. 44, nel sancire l’obbligo vaccinale per “gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario”, ha addirittura previsto la non punibilità dell’omicidio colposo e lesioni personali colpose, verificatisi a causa della somministrazione di un vaccino per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV -2.
L’organizzazione mondiale della sanità, tuttavia, non ha mai certificato con certezza che l’inoculazione del “vaccino” prevenga la trasmissione del virus cinese, tanto che, con dichiarazione ufficiale resa dalla portavoce Margaret Harris, nel corso di una conferenza stampa tenuta il 6 aprile a Ginevra, così come riportata dall’agenzia Reuters, ha reso noto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità non sostiene la richiesta di “passaporti per la vaccinazione” per i viaggi, a causa dell'incertezza sul fatto che l'inoculazione prevenga la trasmissione del virus, oltre a preoccupazioni di equità:
"Noi dell'OMS stiamo dicendo in questa fase che non vorremmo vedere il passaporto per le vaccinazioni come un requisito per l'ingresso o l'uscita perché non siamo certi in questa fase che il vaccino prevenga la trasmissione" "Ci sono tutte quelle altre domande, a parte la questione della discriminazione nei confronti delle persone che non sono in grado di ricevere il vaccino per un motivo o per l'altro”.
Una presa di posizione netta che contraddice, in maniera a dir poco clamorosa, il presupposto “scientifico” dell’obbligo vaccinale e, più in generale, di tutte le misure di coazione indiretta, come il cosiddetto GREEN PASS.
In effetti, può concepirsi un’obbligo vaccinale che imponga il sacrificio del diritto alla salute del singolo, solo ove sia provato, in termini (quanto meno) d’elevata probabilità che detto obbligo e le misure coercitive correlate, risultino realmente efficaci contro il rischio di trasmissione e diffusione del virus cinese.
Torno allora a porre la domanda (leggi anche: https://certastampa.it/controcorrente/43759-controcorrente-quis-custodiet-ipsos-custodes-ecco-la-verita-sull-obbligo-dei-vaccini.html):
sulla base di quali documentate e incontrovertibili prove scientifiche il Presidente del Consiglio Draghi e il Ministro Speranza ritengono di poter imporre una così grave limitazione delle libertà costituzionali dei cittadini, discriminando coloro che si sono sottratti all’inoculazione di un trattamento sanitario di tipo preventivo in fase ancora sperimentale?
Il governo baserà i preannunciati e ormai imminenti provvedimenti, ancora una volta, sul parere del misterioso comitato tecnico scientifico?
Torno a ripeterlo: con quali criteri e procedure sono mai stati scelti i membri di detto comitato? Quis custodiet ipsos custodes?
Non è dato saperlo, a causa della totale assenza di trasparenza che ha connotato l’”emergenza” sanitaria sin dall’inizio.
Un “parere” che, in ogni caso, sembra sin d’ora porsi in netto contrasto con il fallimento di fatto della campagna vaccinale, riscontrato sia in Israele che in Inghilterra, nazioni che, nonostante la massiccia vaccinazione, hanno sofferto un improvviso rialzo dei contagi, anche e soprattutto tra i cittadini vaccinati.
Cosa è successo?
Una spiegazione per tale prevedibile (e previsto?) fenomeno è stata offerta, con largo anticipo da virologi di fama internazionale, quali il premio nobel Luc Montagnier e il prof. Giulio Tarro, i quali hanno sin dall’inizio sostenuto, non solo l’inutilità di una vaccinazione effettuata durante un’epidemia, ma soprattutto, la dannosità di tale scelta che, a loro dire, avrebbe favorito il fenomeno delle variazioni di un virus già mutante per sua natura.
Una tesi all’inizio fortemente osteggiata e persino derisa, ma che ora ha ricevuto persino il “placet” dei “virologi” della TV “mainstream”.
E così, finalmente, il microbiologo Andrea Crisante (fonte ANSA 9 luglio 2021) avverte:
“Siamo ad un passo da una nuova variante di coronavirus resistente ai vaccini. Già la variante Delta fa diminuire del 30% l’effetto del vaccino; sbagliato basare la lotta al covid unicamente sui vaccini”.
Un altro studioso, l’igienista Walter Ricciardi, nel corso nel programma TV di La7 “In onda” de 15 luglio 2021, nel rispondere alla domanda di Concita De Gregorio “da dove arrivano come genesi le varianti”, ha finalmente ammesso che derivano dal fatto che il virus, per esempio, trovando un soggetto vaccinato che quindi in qualche modo gli resiste, cerca d’identificare le strade per aggirare le vaccinazioni.
Affermazioni nette che non hanno bisogno di commenti, ma sembrano confermare, non solo l’inefficacia crescente (se non totale) dei “vaccini, ma anche (e soprattutto) la dannosità della vaccinazione di massa, causa o quanto meno concausa del naturale, prevedibile e ampliamente previsto fenomeno delle mutazioni del virus cinese.
Illustri pareri che, in ogni caso, hanno ricevuto il conforto del dato empirico, secondo quanto si apprende dalla lettura di un “post” pubblicato da senatore leghista Armando Siri su facebook il 14 luglio, dal titolo “NO AL MODELLO FRANCESE” (leggi qui https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=4041789189190613&id=133715173331387&sfnsn=scwspwa) :
No al modello francese!
Il vaccino può essere proposto a tutti ma imposto a nessuno.
Personalmente ho votato contro anche all’obbligo per il personale sanitario proprio perché il vaccino non ha dato prove efficaci sull’immunità sterilizzante. Senza nascondersi dietro a un dito, sappiamo che i nuovi contagi riguardano per il 56% soggetti vaccinati. Anziché riprendere la litania dell’allarmismo, sarebbe meglio che il Ministro della Sanità Roberto Speranza predisponesse finalmente il Protocollo di Cura Domiciliare che scongiurerebbe più del 90% degli eventuali ricoveri.
È bene ricordare che il Covid si CURA A CASA nella stragrande maggioranza dei casi.
Giovani e giovanissimi non hanno nulla da temere ed è bene ricordare che il vaccino non è una moda ma una terapia sperimentale i cui effetti a lungo termine non sono stati testati.
Come prima cosa dovremmo adottare come in Germania un nuovo modello basato solo sui ricoveri ospedalieri e non sui soli contagi che non significano nulla.
La voglia di tornare a vivere deve essere più forte della paura di qualunque variante.
Il dato e (a dir poco) sorprendente, secondo cui i nuovi contagi riguarderebbero per il 56% i vaccinati, sembra smentire in maniera clamorosa il parere del comitato tecnico scientifico, mentre conferma pienamente quello espresso, non solo dagli “eretici” Monagnier e Tarro, ma anche dai “filogovernativi” Crisante e Ricciardi.
In ogni caso, suscita quanto meno stupore la circostanza che il governo Draghi, possa continuare ad ignorare tali dati oggettivi e autorevoli pareri, al punto da concepire e realizzare l’imposizione di misure che, in difetto della prova dell’effettiva efficacia per la tutela della salute pubblica, appaiono in netto contrasto con l’art. 32 della Costituzione e ben potrebbero avere, come unico effetto, quello di provocare ulteriori danni all’economia già in ginocchio, generare una frattura sociale che potrà solo destabilizzare ancor di più il paese, sino al punto di provocare rivolte, come peraltro già sta accadendo in Francia.
E neppure si comprende a quale oscura logica corrisponda l’imposizione del cosiddetto “green pass”, in un momento in cui gli ospedali sono vuoti, l’emergenza sanitaria invisibile, mentre, con buona pace del ministro Speranza, le cure domiciliari appaino sempre più efficaci e risolutive.
Vincenzo di Nanna