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Mario_Schifano_Paesaggio_TV_1974-75_smalto_su_tela_emulsionata_2_FILEminimizer.jpgIl 1° novembre 2024, dopo anni di ristrutturazioni dovute agli eventi sismici del 2009 e del 2016, il Museo delle Genti del Gran Sasso di Tossicia riapre i battenti della sua prestigiosa sede presso il quattrocentesco Palazzo Marchesale con un nuovo spazio dedicato alle esposizioni d’arte, che sarà inaugurato con la mostra ICONE OLTRE IL POP – Franco Angeli / Tano Festa / Mario Schifano, a cura di Silvia Pegoraro. Trenta opere, fra cui diversi inediti, di artisti considerati rappresentanti di punta della tendenza Pop italiana delineatasi a partire dai primi anni ’60 e divenuti quasi leggendari nell’immaginario degli studiosi d’arte come in quello dei collezionisti o dei semplici visitatori di mostre. L’esposizione, che si potrà visitare con ingresso gratuito fino al 6 gennaio 2025 (dal martedì alla domenica ore 9.30-12.30 e 15.30-18.30), è promossa e sostenuta dal GAL Gran Sasso Laga, nell’ambito di un più ampio progetto di valorizzazione del territorio attraverso la cultura avviato dal suo Presidente, Carlo Matone, in collaborazione con il Comune di Tossicia. L’organizzazione della Mostra è affidata all’associazione culturale ArteLive di Teramo. La città di Roma ha avuto un ruolo determinante per il rinnovamento artistico postbellico in Italia tra metà anni ’50 e fine anni ‘60. Dopo Burri, Afro, Turcato, all’aurora degli anni ’60 “una nuova generazione di pittori romani sta impetuosamente venendo alla ribalta”: una generazione artistica “di maturazione precoce e con caratteri più organici e compatti delle due precedenti”, come scrive all’epoca il critico Cesare Vivaldi,  soffermandosi in particolare sui nomi di  Franco Angeli, Tano Festa e Mario Schifano: essi formano un “movimento”, grazie alla comune modalità,  “mediata”  ma non “indiretta”, di rivolgersi alle apparenze del mondo. Si tratta di tre personalità estremamente marcate e autonome nelle loro intuizioni, che svilupperanno, nei decenni, una ricerca connotata da forti tratti di individualità e originalità, come vuole mettere in evidenza il percorso della mostra attraverso opere datate dagli anni ’60 agli anni ‘80-‘90. Personalità artistiche, tuttavia, accomunate da un’unica energia rivoluzionaria, che rende Angeli, Festa e Schifano indimenticabili sperimentatori nel panorama artistico internazionale.

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Questi tre artisti caratterizzano nel modo più incisivo la cosiddetta “Scuola di Piazza del Popolo”, spesso fatta coincidere con la “Pop Art italiana”, o con il suo settore maggioritario. Tuttavia, se è vero che la Pop Art si era imposta anche in Italia a seguito della Biennale di Venezia del 1964, questi artisti, pur avendo guardato con grande attenzione alle coeve esperienze d’oltreoceano, hanno sempre dimostrato una loro spiccata originalità per temi, posizioni ideologiche e abilità tecnica. Il loro sguardo “pop” è oggettivo e insieme antinaturalistico, nitido e senza sbavature sentimentali, eppure non di rado intensamente lirico. Nelle loro opere – come questa mostra cerca di dimostrare - alla consapevolezza degli stereotipi visivi legati alla civiltà dei consumi si sovrappone il senso di una tradizione millenaria, piena di chiaroscuri e sfumature. Al posto del presente assoluto quanto effimero di un’estetica totalmente basata sulla riproducibilità tecnica, si avverte un passato profondo, carico di memorie, individuali e collettive. Una “maniera”, dunque, tutta europea e italiana, lontana dalle tecniche prettamente industriali utilizzate dalla Pop americana, e fondata su complesse stratificazioni culturali. Decisa, soprattutto – come sottolinea la curatrice - a non rinunciare alla manualità della pittura, intesa come amalgama di sensuale fantasia e di rigore, mosaico di richiami culturali e immediatezza espressiva.        Franco Angeli, Tano Festa e Mario Schifano filtrano i dati ottici della scena urbana attraverso la lente di un’antica tradizione culturale - quella italiana - che trasforma la violenza e l’aridità di questi dati (esaltata, invece, nel Pop americano) in qualche cosa d’altro, di intenso e misterioso.  Il progetto espositivo nasce da un’idea del presidente del GAL- Gran Sasso Laga, Carlo Matone, di concerto con l’Amministrazione comunale di Tossicia. Il GAL (Gruppo d’azione locale) è un organo promosso dall'Unione Europea per sviluppare piani e programmi di interventi dedicati al miglioramento socio-economico delle comunità rurali. L’evento culturale rappresenta un’opportunità per valorizzare e comunicare la bellezza e la ricchezza del territorio della Valle Siciliana - ai piedi del Gran Sasso d’Italia - di Tossicia e del suo Museo, che nella sua sede di Palazzo Marchesale racchiude otto secoli di storia, e per il quale la mostra è stata specificamente progettata. “I territori rurali e montani dell’Abruzzo, e più in particolare quelli della provincia di Teramo - come afferma Carlo Matone - sono ricchi di attrattive naturali e culturali in senso lato, storico-artistiche, etnografiche, che è giusto e opportuno preservare, proteggere e promuovere. Progettare eventi culturali per rilanciare il territorio vuol dire anche far sì che le persone possano scoprirlo e viverlo, magari portando alla luce- e così promuovendo anche dal punto di vista economico - elementi e risorse non sempre molto noti”. È il caso, appunto, del suggestivo Museo Delle Genti del Gran Sasso di Tossicia, nella prestigiosa sede del quattrocentesco Palazzo Marchesale, che ospita anche un’esposizione permanente di opere della straordinaria pittrice autodidatta, originaria del luogo, Annunziata Scipione (1928-2018), ammirata da Cesare Zavattini.