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MilifeSono passati 31 anni e rileggere a tanta distanza di tempo di problematiche teramane non ancora risolte fa indubbiamente impressione. Il 6 aprile 1994 “Il Tempo” nella pagina di Teramo scriveva che erano stati buttati al vento sessanta miliardi, erano andati in fumo ingenti finanziamenti, le strutture dove si pensava di realizzare una serie di iniziative faraoniche, tra cui i centri fieristici, erano abbandonate e gli operai erano senza lavoro. I centri fieristici dovevano rappresentare la chiave di volta per il nuovo miracolo dell’economia teramana e invece si erano rivelati, dalla costa fino alla fascia montana, iniziative fantasma, capaci soltanto di suscitare illusioni, soprattutto sotto il profilo occupazionale.  Doveva sorgere un centro fieristico nell’area della Gammarana, a Teramo. Si trattava di un progetto fantascientifico, al punto di prevedere un collegamento teleferico con l’osservatorio di Collurania. Ma i sogni faraonici erano rimasti sulla carta. I lavori erano stati appena abbozzati, era stato rescisso un contratto tra il Consorzio per il Nucleo Industriale e la ditta appaltatrice ed era stato revocato un finanziamento di nove miliardi. Ma se Teramo piangeva, altrove non si rideva. Il centro turistico-commerciale ideato dalla comunità montana del Gran Sasso e dal Comune di Tossicia e il centro fieristico di Santegidio alla Vibrata erano opere bloccate, gli operai erano senza lavoro e i finanziamenti in procinto di essere dirottati altrove. Un quarto centro era previsto fra Silvi e Pineto e anche di quello non se n’era fatto niente. Sui centri fieristici previsti si era abbattuta una specie di maledizione, erano saltati almeno cento posti di lavoro ed erano rimasti nel cassetto finanziamenti per circa sessanta miliardi. Si sarebbe dovuto indagare su ciò che non aveva funzionato, anche se l’ex parlamentare democristiano Alberto Aiardi aveva manifestato più di una perplessità sulla proliferazione dei centri fieristici nel teramano e a distanza di anni i fatti gli avevano dato ragione. 

Altri anni, ben 31, sono passati da quando “Il Tempo” faceva queste considerazioni e dei centri fieristici non si è più sentito parlare. In particolar modo a Teramo per la Gammarana ancora siamo in alto mare. C’è un parco della scienza dove tutto si fa fuorché la scienza e per il resto l’ex area della Villeroy è ancora in attesa di una destinazione e di un ripensamento. Nel teramano non si contano gli anni, ma i decenni, e tra un po’ conteremo i lustri prima di veder risolti alcuni problemi, rimasti sempre quelli nonostante il passare delle diverse amministrazioni. Sapete il fatto delle tartarughe? Camminano assai lentamente.
ELSO SIMONE SERPENTINI