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CicciolaColpisce l’accanimento col quale i difensori del laicismo di Stato, si sono prodotti nella vicenda della carne servita nelle mense scolastiche durante il mercoledì delle ceneri. Stupisce un aspetto che non concerne tanto l’argomentazione delle critiche, quanto la mancanza di uniformità nelle conclusioni; se è vero, come sostenuto dai più, che uno Stato non può e non deve interferire nella vicenda privata, ciò deve valere per tutti; perciò, ad esempio, se servo carne ai cattolici quando questo è proibito, in analogo modo – e per i medesimi principi - posso servire la proibitissima carne di maiale ai bambini di fede musulmana, esattamente uguali, innocenti e da difendere dei coetanei cattolici. Ma non è con questo che occupo le righe seguenti. Parlerò di asticelle. Ricordo alcuni decenni fa, quando nel Parlamento italiano fece ingresso, sull’onda del successo elettorale, la signorina Ilona Staller, in arte (in arte sì, ché era un’attrice) Cicciolina. Pensai, all’epoca, che quella provocazione, di cui fu ideatore il teramano Marco Pannella, avesse un orizzonte molto più ampio degli scranni di Palazzo Madama e approdasse all’abbassamento del senso del pudore, perché affidava alla sacralità laica e pubblica delle istituzioni un atto totalmente intimo e privato come la sessualità; ecco l’asticella: si abbassava incautamente quell’idea di profondità, di bellezza, perfino di sentimentalismo (ma guarda un po’!!!) che fino ad allora ammantavano l’atto sessuale e invece si aprivano, anzi si spalancavano, le porte ad una liberalità che avrebbe progressivamente portato alla banalità e alla casualità dei modi, in tutti i campi, ma perfino per un atto così totalmente coinvolgente e personale. La Staller parlava di “amore libero”, in realtà si trattava dello sdoganamento di comportamenti e scelte che avrebbero portato al trionfo dell’individualismo, della imposizione, dell’indifferenza. Che c’entra questo con la carne negli asili? C’entra perché il meccanismo è lo stesso; abbassiamo l’asticella che regola dimensioni e comportamenti – “perché sono usi dei cattolici e la tradizione ormai è superata” - e consentiamo che la deriva verso la noncuranza conduca all’affermazione del più forte, alla vittoria del cinismo e della disaffezione. E allora, qual è la vera attenzione da porre nei confronti di una ritualità secolare così come in quella di una pratica intima? Non certo permetterne la violazione, in nome di una libertà mai realmente definita; più intelligente, credo, potrebbe essere ascoltare, accogliere, aiutare a capire, per continuare a fare di questioni così generali e pure così personali, ciò che sono state per secoli: arricchimento. L’asticella sta bene dove sta; abbassarla non è politicamente corretto ma solo sbagliato.
AMLETO