La riuscita delle giornate FAI di Primavera attesta che la voglia di cultura è evidentemente tanta e le offerta del nostro territorio sono innumerevoli. Con l’arrivo della bella stagione si risveglia anche da parte dei teramani e dei turisti la voglia di riscoprire la la città. Duole pertanto constatare la perenne chiusura di luoghi pieni di suggestione e storia del capoluogo, in primis la Domus di Piazza Sant’Anna . Eppure ci eravamo illusi che qualcosa sul fronte culturale si stesse davvero muovendo dopo il buon lavoro fatto dalla Giunta con gli eventi del Natale teramano e la riapertura della Pinacoteca civica. Adesso però ci sembra che l’Amministrazione stia un po’ segnando il passo. Nessun evento di rilievo dopo le feste. Solo qualche sporadica mostra, peraltro poco pubblicizzata nonostante il prestigio delle opere presenti (urge più che mai la famigerata App eventi). Tornando alla Domus, essa giace tristemente chiusa dietro le enormi vetrate, barriere fisiche ma anche psicologiche per potenziali visitatori, con la sola possibilità di accesso demandata ad un appuntamento dietro prenotazione telefonica, senza peraltro specificare a quale ente esso faccia capo. Niente è cambiato, su questo fronte, rispetto alle amministrazioni del Museo del Gatto e degli Aperistreet. Eppure, di concerto con la Soprintendenza un sito del genere andrebbe valorizzato con aperture continue almeno nei fine settimana ed almeno nella bella stagione, cercando soluzioni non impossibili per disporre del necessario personale, tra rotazioni con i musei e l’utilizzo di studenti del Liceo Artistico o del Turistico alberghiero con le modalità previste dall’alternanza scuola lavoro. Se il primo aspetto, l’apertura, è quello che ci preme più nell’immediato, ci piacerebbe che i nostri amministratori riuscissero a pensare più in grande. Riteniamo che si possa ripartire dall’ottimo lavoro svolto qualche anno fa da un’azienda specializzata in prodotti multimediali, con la ricostruzione tridimensionale della Domus, che ne restituiva appieno gli ambienti ed i colori e che al momento è visionabile solo nel Museo Archeologico. Un lavoro del genere - che dovrebbe essere meglio promosso con proiezioni in situ- non è che il primo step verso la possibilità di impiegare la tecnologia a supporto della valorizzazione dell’opera. Possiamo considerare la possibilità di un utilizzo delle tecniche di Videomapping su alcune delle pavimentazioni o delle murature ancora esistenti. Osando di più, con lungimiranza ed un po’ di coraggio, si potrebbe studiare la possibilità di impiegare la realtà virtuale, come avvenuto, con notevole successo, nella Domus Aurea a Roma. Per i visitatori ci sarebbe la possibilità di sperimentare, con l’utilizzo di appositi visori, l’immersione in alcuni ambienti della domus come erano 2 millenni or sono, passeggiando all’interno del sito attuale. In sostanza, un luogo al momento quasi dimenticato, potrebbe diventare concretamente attrattivo per il turismo in città, considerata la sua posizione in pieno centro storico e la possibilità di metterlo “ a sistema” con il Duomo, o il Teatro, una volta recuperato, per costituire un percorso culturale di enorme pregio. Ovviamente un passaggio del genere necessiterebbe della verifica tecnica circa la possibilità di implementare un simile sistema e, soprattutto, della fattibilità economica. Va da se’ che l’investimento iniziale, potrebbe essere recuperato attraverso il pagamento di biglietti di ingresso. Le soluzioni possono essere trovate, deve però esserci dietro una volontà politica ben precisa, per restituire finalmente alla città una eccellenza di assoluto rilievo.
Pina Ciammariconi
(Capogruppo M5S)