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Mi chiamo Claudia, e sono una mamma come tante, genitore di una ragazzina di 15 anni con Sindrome di Down, che da anni lotta per il diritto allo studio di sua figlia.

Ho iniziato con un ricorso al TAR nel 2009, con una sentenza favorevole passata in giudicato nel 2013. Purtroppo però neanche la sentenza riuscì a modificare la situazione. Ne 2019 decisi di scrivere una lettera aperta di denuncia su tutti i giornali, perché nonostante la sentenza, nella classe di mia figlia non ci fu un insegnante di sostegno specializzato né in prima né in seconda media.

A seguito di questa lettera, pubblicata su moltissimi giornali locali e Nazionali, parti' un’ispezione nella scuola di mia figlia; fui anche invitata da RAI1 nella trasmissione “Uno Mattina” insieme al mio avvocato ed in seguito fui ricevuta al Miur.

Così avvenne il miracolo. In terza media arrivò, per la classe, l’insegnate di sostegno specializzato. Avevamo però perso altri due anni. Tuttavia nonostante questa “vittoria" l’amarezza rimase, perché l’ispezione scolastica finì, usando un modo di dire colorato ma anche molto esplicativo, “a tarallucci e vino”.

Era, tutto normale insomma, il Dirigente scolastico aveva espletato tutte le procedure non c’erano irregolarità… non c’era però neanche l'insegnante di sostegno, apparsa solo e miracolosamente, dopo le mie proteste su ogni possibile fronte.

Ma deve funzionare così la scuola?

La mia storia degli ultimi anni è, in breve, una lotta continua contro le cattive prassi della scuola italiana, fino al momento della ciliegina sulla torta, il lockdown e la DAD.

Arrivare all’esame di terza media è stata un’Odissea. Un percorso ad ostacoli per mia figlia come per tanti altri ragazzi come lei. Ma anche quello ora è un ricordo.

L'approdo al liceo linguistico, isola felice, è stato una specie di sogno avverato.

Quando si incontrano dirigenti “illuminati" gli ostacoli abbattuti possono addirittura diventare “buone prassi” ed esempio per gli altri.

Torna la DAD, ma il Dirigente Scolastico accetta la mia proposta di Didattica in presenza in gruppi eterogenei, a cui hanno partecipato, a piccoli gruppi, i suoi compagni di classe. Uno dei pochi esempi in Italia.

Se ne è parlato anche sui giornali, ma il buon esempio non è stato seguito.

Così in Italia si sono ricreate, in molte le scuole, le classi differenziali della brutta scuola di tanti anni fa, e tutto nel silenzio più totale…

Silenzio interrotto da una telefonata della Ministra Azzolina, a cui qualcuno aveva raccontato la mia storia, uguale, fino all’ultimo all'ultimo capitolo, a quella di tante altre famiglie con figli con disabilità.

Ho ascoltato tante belle parole in quella telefonata, e non nego di aver nutrito anche buone speranze per il futuro, ma poi è calata la scure.

La ministra ha firmato il D. I. 182, e al danno subito in questi anni, se considerate che mia figlia non sa ancora leggere e scrivere, si è aggiunta la beffa.

Ho aspettato tanto a scrivere sull'argomento, perché ho voluto prima leggere e studiare a fondo il D.I. e le sue linee guida.

Ho seguito nel frattempo tutti i vari dibattiti sui Social in gruppi diversi.

Ho letto articoli di giornale, ascoltato pareri illustri, consultato tecnici e legali. Insomma, ho voluto avere più informazioni possibili, per avere le idee chiare, tanto da poter scrivere.

Io sono un genitore e per questo mi sento di dire a tutti i genitori come me: “Informatevi bene, leggete, seguite le dirette "informative", non quelle pubblicitarie, perché di inclusivo questo decreto non ha nulla.”

Molti genitori, purtroppo, sono ancora convinti della buona fede di chi ha partecipato alla stesura di questo scempio.

Gli interessi economici e la politica del risparmio a discapito della persona hanno di fatto preso il sopravvento.

Non fatevi abbindolare da argomenti del tipo "l'esonero deve essere giustificato e si applica solo in casi gravi", lo facevano prima con motivazioni stupide, figurarsi adesso che c’è una norma ad hoc.

Non fidatevi di note in cui ci cita "i genitori partecipano al GLO e saranno tenuti in considerazione". I genitori con il D.I. non sono più componenti del GLO, anche se possono partecipare.

Ma di cosa stiamo parlando? Se già prima, che eravamo membri di diritto, non ci tenevano in considerazione, figuriamoci ora che possono approvare il PEI a prescindere o meno dal nostro parere e addirittura della nostra presenza!

SÌ, lo ripeto, a prescindere anche dalla nostra firma, perché noi genitori, con il nuovo decreto, non siamo membri del GLO, ma partecipanti e se ci siamo o meno quel giorno o se siamo d'accordo o meno non è importante, si approva e basta. Piani di studio differenziati, esoneri… le famiglie, ci sono o non ci sono, fa lo stesso.

Vogliamo discutere anche dei range per l'assegnazione delle ore di sostegno?

Nonostante le dichiarazioni altisonanti che riassunte in cinque parole suonano “È per il loro bene", è così palese che si vuole risparmiare che non servono neanche argomentazioni. Tanto che i risparmi sono anche dichiarati.

Compensaranno le ore di sostegno con quelle dell'assistente ad persona, ma vi sembra sia la stessa cosa?

È come affermare che, per un bambino o un ragazzo con disabilità, a scuola il tempo passato nei corridoii equivale a quello impegnato nella didattica. Grazie per la considerazione che nutrite nei confronti dei nostri figli.

Se prima si decideva di mandare il proprio figlio/a in classe per tutto il tempo scuola tra le ore dell'insegnante di sostegno ed il supporto di quelle dell'educatore, i nostri ragazzi erano sempre seguiti.

Ora che facciamo?

Li riportiamo a casa?

Ma non sarà forse che l'esonero serva anche a questo, oltre che a togliere dalla testa di alcune famiglie “pretenziose" l'idea che i propri figli, con molto impegno, possano tentare di arrivare “addirittura” al diploma?

Cosa si farà e facile da intuire, non possono tenerli nei corridoi, quindi, tra una materia e l'altra, li faranno stare in un aula con altri esonerati, alcuni a giocare a biliardino, o a guardare i muri, perché l'esonero prevede l'uscita dalla classe, e questo deve essere chiaro a tutti.

Cosa c'è di tanto difficile da capire, con quale criterio è stata data la possibilità di esonerare? Ma chi ha inserito l'esonero lo sa come stanno di fatto le cose nelle scuole italiane?

Lo sa che già normalmente, portano gruppi di ragazzi con disabilità diverse a fare la spesa, con la scusa dei laboratori?

lo sa che già normalmente li portano fuori dall'aula,

lo sa che già normalmente molte scuole quando li iscrivi, con scuse fantasiose, ti dicono di portarli altrove?

Ma voi lo sapete o no che noi genitori dobbiamo lottare tutti i giorni per farli stare in classe tutto il tempo scuola, perché è un loro diritto?

Non conoscete la realtà, o fate finta di non sapere, e mentre prima noi genitori potevamo dire NO, ora decideranno l’esonero e noi staremo a guardare mentre buttano i nodtri ragazzi fuori dalle aule.

E non venite a raccontarci favole, questa era una cattiva prassi che ora è stata solo vergognosamente legalizzata.

Fortunatamente c’è ancora chi dice NO.

lL comitato #noesonero guidato da Coordown e costituito da circa 70 associazioni, di cui sono orgogliosa di far parte, ha lanciato una petizione su ChangeOrg che ha superato, in pochi giorni, 20.000 firme e si avvia velocemente verso le 25.000. Ha organizzato un Flash Mob virtuale: foto tipo polaroid con l’hashtag #NoEsonero hanno invaso i Social. I profili social di oltre 10000 utenti, fra cui risaltano nomi famosi, hanno cambiato immagine abbracciando la nostra protesta. E non finisce qui. Da Nord a Sud, altre iniziative sono pronte. Per i nostri figli siamo pronti a tutto. chiediamo di essere ascoltati dal Ministro della Pubblica Istruzione.

Questo Decreto legittima le cattive prassi e ci riporta indietro alle classi differenziali.

Questo Decreto tratta i nostri figli come indesiderati, differenziando ed esonerando, remando contro l'inclusione, richiesta a gran voce anche dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

Non so voi, ma io e molti altri famigliari non chineremo il capo e non resteremo in silenzio a guardare.

Il comitato #noesonero c’è e farà sentire la sua voce.

Claudia Frezza