In vista dello sciopero proclamato per venerdì 28 e sabato 29 giugno dai lavoratori della AVI. COOP S.C.A. di Controguerra il Consigliere e Vice Capogruppo Regionale del Pd, Dino Pepe, invita tutte le parti in causa a proseguire nella trattativa intrapresa nei mesi scorsi per trovare, finalmente, una soluzione che sia condivisa da azienda, sindacati e lavoratori e consenta di sbloccare la situazione.
“Bisogna insistere ancora nella mediazione al fine di trovare una soluzione condivisa che accontenti tutte le parti in causa – sottolinea Pepe – invito nuovamente i rappresentanti del Gruppo Amadori, i sindacati e la Regione Abruzzo, nella figura dell’Assessore al Lavoro, Piero Fioretti, ad insistere sulla strada del dialogo e del confronto, nei mesi scorsi questa aveva iniziato a dare i suoi frutti, in particolare per quanto riguarda il miglioramento delle condizioni di lavoro generali, e non ritengo sia giusto gettare al vento quanto fatto in questi anni. In gioco vi è infatti il destino di un’attività produttiva che ricopre un importante ruolo in Val Vibrata e la salvaguardia della qualità del lavoro di tantissime operaie che operano all’interno dell’AVI. COOP S.C.A.”.
Il Consigliere Regionale auspica si possano scongiurare le due giornate di sciopero indette da sindacati e lavoratori e si possa tornare, tutti assieme, a dialogare serenamente. “Comprendo le preoccupazioni di chi opera all’interno della AVI. COOP S.C.A. per la qualità e le condizioni di lavoro, così come quelle per l’assenza di investimenti sul sito di Controguerra da parte del Gruppo Amadori, che ha annunciato ben 36 milioni di risorse per il polo di Mosciano S. Angelo, ma sono certo che la proprietà, come più volte dichiarato nei precedenti tavoli di confronto, continuerà a puntare sulla propria filiale vibratiana e sui suoi lavoratori che, in questi anni, hanno dimostrato sempre di essere una risorsa importante e preziosa per l’azienda”.
“Urge insomma tornare a confrontarsi in un clima sereno e propositivo, dando risposte concrete ai lavoratori che chiedono un potenziamento dello stabilimento produttivo di Controguerra – conclude Pepe – in ballo c’è il destino di una realtà troppo importante per il territorio e non bisogna farsi prendere, da entrambe le parti, dalla logica del “muro contro muro”, a rimetterci infatti sarebbero tutti ed i lavoratori in primis”.