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Cucciox

«I nomi si sono scollati / dalle cose. Vedo oggetti / e persone, non ricordo / più i nomi. A piccoli / passi il mondo si allontana da noi, / gli amici scendono / nel dimenticatoio.»

LEONARDO SINISGALLI (1908-1981), Nomi e coseDimenticatoio, Mondadori, 1978.


Shanna St Clair, in un drammatico reportage della BBCdel 29 gennaio scorso, dal titolo The joy and the trauma ofcarrying a celebrity's baby, racconta della sua esperienza di fattrice per facoltosi personaggi del jetset statunitense, ed è uno dei rarissimi casi in cui veniamo a conoscenza dell’altra faccia della medagliadella abominevole vicenda della pratica dell’utero in affitto.

Shannainizia il suo racconto dicendoci quello che le successe quando portava in grembo già da qualche settimana un bimbo per conto di una celebrità, che nel reportage è identificata con il nomedi fantasia Catherine.E ci racconta di quando le accadde diricevere inaspettata una chiamata da parte di Catherine che la avvisava, senza nemmeno salutare, frettolosa: “Ascolta, volevo dirtelo prima che lo vedessi nei notiziari. Stavo usando un altro surrogato e lei ha appena partorito.

Shannaa quel punto crollò il mondo addosso perché non sapeva che chi l’aveva affittata come fattriceper mettereal mondo un figlio, avesse già da molto prima preso in affitto un’altra donnaShanna non sapeva più cosa poteva accaderle ancora, e soprattutto temette che Catherine non volesse più il figlio che stava portando in grembo per lei.Shanna chiese spiegazioni. Catherine le rispose che ne avrebbero parlato dopo ma, invece, non si fece più sentire, mentre Shanna continuò, contratto alla mano, a portare avanti la sua gravidanza da buona fattricequale è.

Il business dell’utero in affitto è entrato nella vita di Shanna St Clair in un villaggio rurale della Pennsylvania (USA). Un giorno, mentre lei beveva una bevanda calda e i suoi figli giocavano nell’aia della fattoria di famiglia, lesse su una rivista femminile un articolo che esaltava come un dono quello di fare un figlio per chi non poteva averlo naturalmente, ma l’articolo ometteva di dire il divariosociale, di potere e di ricchezza che separano le due posizioni, cioè tra acquirente e fattrice. Quando Shanna lessquesto articolo aveva appena compiuto trent’anni e avevagià trefigli e relative facili gravidanze alle spalle. Quindi tutto le sembròfacile e possibile, e il mestiere di fattrice a portata di mano.

AlloraShanna convinse suo marito a presentarsi insieme una agenzia che permette di fare figli per venderli a chi non può averne naturalmente. Ma non è certo facile entrare a far parte della mandria di femmine umane fattrici che quella e altre agenzie raccolgono nei loro database. Lei e il maritoinfatti,dovetteroriempiere una quantità impressionante di incartamenti, dichiarare la loro situazione patrimoniale, perché fare la fattrice per queste agenzie non è roba da morti di fame o da indebitati cronici; ein più furono sottoposti a varie visite mediche e colloquipsicoattitudinali. E il tutto col fine di accertare che la fattricefossesana di mente e di corpo, libera e sicura di fare figli per gli altri.

Dopo qualche settimana, Shannafu abile e arruolata dalla agenzia che si occupa di far fare figli per gli altri. E subito ebbe le prime richieste. La prima richiesta le arrivò da una coppia eterosessuale, Jennifer e Mark (anche questi sono nomi di fantasia di milionari del mondo dello spettacolo americano, che a volte ricorrono a questa possibilità perché la carriera non permette loro di fermarsi per il concepimento di un figlio, e di affrontarne anche i rischifisiologici, pure solo quelli estetici). In questa prima esperienza Shanna in tre anni, per lo scomodo, ricevette 50mila dollari,rimborso spese compreso. Tre anni perché per fare il primo figlio da vendere aJennifer e Mark le furono necessari più tentativi affinchérimanesse incinta. E Jennifer è amica di Catherine, single, che non sa più a chi andare a dare i suoi milioni pur di avere un figlio tutto suo e senza maschi tra i piedi. Allora, considerata l’esperienza avuta con la fattrice di nome ShannaJennifer, misericordiosa, decise di presentargliela.

Allora Shanna, memore della bella (anche se lunga) esperienza vissuta conJennifer e Mark, accettò di fare un figlio pure a Catherine, ma il primo tentativo andò male. Catherine è meno amabile di Jennifer e Mark, e voleva andare per le spicce: lei è una donna in carriera, jet privati, limousine con autista, alberghi importanti, case di lusso, arredamenti esclusivi,vestiti d’alta moda,milioni da spendere ma non aveva tempo da perdere per diventare madre; epoi tanto Shanna era stata già provata da Jennifer, la sua più cara amica, e l’usato era sicuro e garantito:Shanna figlia bene, magari non al primo colpo, ma alla fine figlia.

E difatti al secondo tentativo Shanna uscì incinta, olé!Ma Catherine non si illusmicaeh sìperché una precedente fattrice(e siamo a tre) che aveva preso in affitto tempo primaeh!, quella le abortì spontaneamente. Infatti,Shanna, poco dopo la telefonata con cui Catherine gli annunciava la figliata di quell’altra fattrice e persino a sua insaputa, ebbe pure lei un aborto spontaneo. Allora Shanna pensò di avvisare Catherine della brutta notizia, che sicuramente ne sarebbe rimasta distrutta, ma lei non le rispose al telefonoQuindi le inviò un messaggio. Dopo ore Catherine, finalmente, rispose:Ti chiamo presto.Ma in realtà non la richiamò neanche questa voltaAllora,dopo diversi giorniShannasi decise a inviarle un nuovo messaggio:Ciao, spero che tu e il bambino (quello avuto con l’altra fattrice nel frattempo che Shanna provava a fargliene un altro) stiate bene. Devo inoltrarvi il resto delle fatture?”Insomma, si tratta pur sempre di un rapporto solo economico, fiscalmente rilevante, perché ci si guadagna a fare figli per gli altrie mica no, e ci guadagnano in tantiMa questa volta Catherine, evidentemente entusiasta di essere finalmente riuscita a comprare il suo bambino dopo non si saquante fattrici prese in affitto, rispose immediatamente: Shanna, la nostra relazione(qui si vuole sempre intendere un merorapporto economico, ovviamente) è finitaSono sconvolta dalla tua freddezza per la nascita di mio figlio. Spedisci i tuoi conti.” che per lei non è mica mai una questione di soldi, che lei di milioni che ha da buttare dalla finestra, e a saperlo dov’è che sta quella finestra ci si sfamerebbe il terzo mondo immagino.

MaShanna non si è mica scoraggiata dopo questa brutta esperienza di fattrice con la milionaria Catherine, e ha perciò continuatoa fare figli da vendere a chi non può avernenaturalmente ed è felice, e non lo fa per soldi, insiste, però fattura puntualmente.

Poi arriva Nancy Haker, americana oggi di 56 anni, che, in un articolo (ma sarebbe più corretto chiamarlo velina propagandistica),pubblicato da la Repubblica il 17 giugno 2023 dal titolo Io, madre surrogata e la famiglia allargata con Andrea e Lia. L’amore non è reatodirettamente dall’Alaska,fresca fresca, ci viene a dire che in Italia siamo impazziti e ci racconta invece di come sia solo bello fare figli per gli altri a pagamento, dicendoci come la sua sia stata una scelta libera e di amore verso chi di figli non può averne – nel caso di specie una coppia di omosessuali italiana –, come se si possa scegliere di vendere i propri figli o anche di darli gratis a chi, per qualsiasi ragione, non possa averne: sarebbe invece urgente che la psichiatria indaghi se tale atteggiamento non nasca da una condizione, quando è denunciato come nel caso di specie come una libera determinazione, di psicopatia; e altrettanto si faccia in riferimento a quei soggetti, di qualsiasi orientamento sessuale essi siano, che, con altrettanta facilita, credono legittimo far generare un bambino per contratto, per transazione economica, nella costruzione prepotente, radicale, egoistica, estremistica,di una violenza sofisticata e inaudita perché sempre moderna, solo artificiale, di una presunta realtà nuova, di un predicato, ignobilmente propagandato,fatto nuovo diciviltà.

Infatti, Nancy ci fa pure sapere che negli Stati Uniti è tutto contrattualizzatoinclusirimborso spese e compensi a favore dellafattriceinsomma si tratta di uno scambio commerciale a tutti gli effetti, mica è come in Ucraina dove anche sotto le bombe centinaia di ragazze fanno nascere per pochi soldi figli per altri. Nessuno ha forzato me a diventare madre surrogata” Nancy purtroppo dimostra di non sapere nulla, di là della sua limitatissima esperienza personale, del mondo degli allevatori di cuccioli umani, perché in Ucraina invece funzionava tutto proprio come negli Stati Uniti; funzionava perché con la guerra le agenzie che producono cuccioli umani hanno sospeso le proprie attività in locoprima della guerra una coppia omosessuale sulla piazza ucraina andava a spendere non meno di 50mila euro per riportarsi a casa un figlio nuovo di pacco, e identifico l’orientamento sessuale degli acquirenti solo in riferimento al listino che ne differenzia il prezzo, perché è tecnicamente più costoso produrre cuccioli umani per gli omosessuali.Ed è così pure in India, perché questi allevamenti globalizzati di cuccioli umani sono quasi tutti di holding americane, con sedi in tutto il mondo, oppure sono aziende di ispirazione americana, cioè che si muovono seguendo quel civilissimomodello imprenditoriale di allevamento di cuccioli umani da immettere sul mercato, da vendere al minuto, con tanto di fattura

Ma Nancy insiste e ci dice che gli allevatori di cuccioli umaninegli States, dove tutto ha avuto inizio,però sono più seri. Potrebbe essere, perché in effetti, ad esempio, lì c’è una altissima specializzazione nella filiera produttiva: ci sono persino agenzie specializzate solo nella selezione delle fattriciin grado di offrirneuna ampia gamma etnica e di garantire che non abbiano avuto più di 5 cesarei (ma si può immaginare una donna che si metta a fare la fattricegià solo dopo il primo cesareo?, e dopo il secondo?, e dopo il terzo?, e dopo il quarto?...). Poi ci assicura che lei non era triste quando ha ceduto per contratto i due figliun cucciolo umano femminanel 2006 e un cucciolo umano maschio nel 2008, perché era pronta a questo e poi“Il concepimento in vitro è un fatto medico, non si realizza dopo una notte d’amore. L’ovocita è di un’altra donna. Non c’è legame biologico.” ci spiega Nancy, dall’Alaska, di professione infermeria, quindi del mestiere.

Nancy, però, a differenza di Shanna, ha smesso subito il mestiere di fattricedopo aver dato da vendere questi due cuccioli umani a 20mila euro ciascuno, tiene a dirci.

L'articolo andato (la velina propagandistica) in scena su la Repubblica del 17 giugno scorso è di una disonestà intellettuale senza precedenti, acritico e ipocrita come tutta una certa sinistra radical chicfacilona che ha portato alla scomparsa del più grande partito comunista d'Occidente. E i motivi di questa disonestà intellettuale si possono riassumere nei seguenti punti:

1. L'incivile e abominevole pratica dell'utero in affitto riguarda per quasi l'80% coppie eterosessuali (fatto che non rende certo l’abominio più giustificabile), non si capisce quindi perché debbano muoversi sempre gli omosessuali a difesa di tali indifendibili questioni, concentrando l’argomentazione sulle coppie omogenitoriali come se fossero una razza in via di estinzione da salvaguardare, quando invece chi usufruisce di tale mercato appartiene come minimo a ceti medio alti, etero compresi, già ben protetti da montagne di danaro, che è potere;
2. Il listino internazionaledi mercatodegli allevatori di cuccioli umaniè ben altro, soprattutto in USA, dove occorrono non meno di 120mila euro per comprare un cucciolo umanoe non gli incoraggianti soli 20mila dichiarati nell'articolo, nel 2006 come ora, e l'articolista avrebbe dovuto specificarlo: Georgia (Eurasia) da 47mila euro, Albania da 62mila euro, Grecia da 67mila euro, e prima della guerra in Ucraina si riusciva a farsi fare un figlio a partire da  soli 43mila eurosolo per fare qualche esempioattualmente il mercato degli allevatori di cuccioli umanivalecirca 14miliardi di dollari l’anno, ma si prevede che entro il 2025 arrivi a 25 miliardi di dollari l’anno: uno dei due compratori dei due cuccioli umani partoriti da Nancy in una chat pubblica tiene a farmi sapereche:Il compenso dichiarato da Nancy è quello effettivo: vuole le ricevute?”Ma non chiedo e non ho bisogno di ricevute per sapere che della immensa torta che si spartiscono ogni anno nel mondo gli allevatori di cuccioli umanialla fattrice spetti la fetta più sottile, quasi trasparente, quasi invisibile, e che sicuramente non le cambierà la vita. Ma il compratore insiste nel fornirmi le sue giustificazioni, che nessuno gli ha chiestoRicordo comunque che una scelta vocazionale può benissimo essere retribuita, senza perdere assolutamente nulla della sua nobiltà. È il caso dei volontari delle ONG all’estero, dei militari in missione, del personale di tante associazioni di volontariato, ecc.: tutte persone che, prima di andare a salvare vite e a volte rischiare la propria, firmano un contratto e concordano un compenso.finendo così per fare un minestrone immangiabile: il miglior modo per non affrontare un problema è sempre quello di confondere le ideedi fare l’acque torbide, così da nasconderloMa a mepiace sempre guardare la trave e non la pagliuzza, dal minestrone riemergo con una certezza incrollabile: non c’è nulla di nobile nel vendere i propri figli, né nel comprare i figli degli altri, chiunque sia l’acquirente;

3. Pretende di raccontare una realtà davvero complessa riducendola a un caso personale;
4. Il nascituro ha, inevitabilmente, un terzo genitore o quarto o quinto (spermatozoo, ovulo, utero e acquirenti singoli o in coppia)che un giorno andrà a cercare disperatamente, e probabilmente dei fratelli e delle sorelle sparsi per il mondo dalla globalizzazionedell’allevamento dei cuccioli umani.

Ma fermo restando il diritto di ogni nato di essere riconosciuto da chiunque lo reclami come figlio proprio, in qualsiasi modo sia venuto al mondo, e la sicura capacità genitoriale delle coppie omosessuali, e che ognuno può raccontarsi la favoletta che più gli fa comodo per giustificare una azione incivile, abominevole come quella della pratica dell'utero in affitto, nonché un altro prodotto del capitalismo appannaggio dei ricchi, domando:

Ma quale madre non impazzirebbe a vedersi strappato dalle braccia il proprio figlio?

La realtà dell'incivile e abominevole pratica dell'utero in affitto è ben altra, e fattura, come specificato sopra, miliardi di dollari americani sulla pelle di milioni di disgraziate e di bambini.

Ma nessuna legge, caro Presidente Giorgia Meloni, è anche deterrente, perché la norma penale assolve esclusivamente a una azione afflittiva, e si finirebbe per affliggere pure questi innocenti figli venduti e comprati: negando la loro registrazione e punendo venditori e compratori, che ne sarebbe di loro, l'orfanotrofio? E sarebbe altrettanto inutile difendere un modello di famiglia che non esiste più, causa prima del disfacimento di ogni società. È andato tutto perduto correndo dietro a una società solo capitalistica e del Capitale, che ha saputo venderci di tutto e convincerci di aver diritto a tutto, pure alla possibilità di comprare dei cuccioli di umani. Quindi, Caro Presidente Giorgia Meloni, ci troviamo di fronte a un problema ben più drammaticofinanche tragico perché riguarda l’intera nostra umanità,allora nulla comporterebbe di aggraviouna banale registrazione anagrafica, che sicuramente non farebbe nessun danno e potrebbe essere solo di giovamento.

Solo una presa di coscienza e una piena accettazione di se stessi potrà scongiurare l'abominio, l'estremo abbrutimento del genereumano dentro l'invenzione, tutta del Mercato Globale,tutta delCapitale, della fattrice del cucciolo umano.

MASSIMO RIDOLFI

Leggi anche di Massimo RidolfiIl dibattito: alla ricca bancarella dei figli(https://www.certastampa.it/cronaca/56744-il-dibattito-alla-ricca-bancarella-dei-figli.html) e Politica: delle rovine della sinistra italiana
(https://www.certastampa.it/cronaca/57905-politica-delle-rovine-della-sinistra-italiana.html)