Lo storico Gabriele Turi, autore di
numerosi volumi di rilievo di storia dell'editoria, di intellettuali,
cultura e università nel periodo fascista, è morto a Firenze all'età
di 82 anni. L'annuncio della scomparsa è stato dato dall'Università di
Firenze, dove è stato professore di storia contemporanea. I funerali,
riferisce l'Adnkronos, si terranno domani, giovedì 27 giugno, alla
Misericordia di Fiesole alle ore 17.
Nato a Firenze nel 1942, Turi ha intrapreso la carriera accademica
alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Ateneo fiorentino nel 1973.
Ha svolto attività didattica e di ricerca a Firenze fino al 2013, anno
del pensionamento, con esclusione del triennio 1987-90 nel quale ha
insegnato all'Università di Teramo. Divenuto professore ordinario nel
1987, Turi è stato presidente del corso di laurea in Storia,
coordinatore del Dottorato di studi storici per l'età moderna e
contemporanea e direttore della Scuola di Dottorato in Storia
dell'Università di Firenze. E' stato a lungo una figura di riferimento
nel dibattito storico e culturale di orientamento progressista, prima
come condirettore della rivista "Studi storici" nel 1976-1978, poi
come direttore della rivista di storia contemporanea "Passato e
presente" e del bollettino "La Fabbrica del libro".
Autore di numerosi libri, tra le sue pubblicazioni spicca "Giovanni
Gentile. Una biografia" (Giunti, 1995; Utet, 2006), prima rilettura
'da sinistra' del controverso filosofo idealista, presentato come "uno
dei massimi protagonisti della cultura italiana del Novecento".
Fondata su una vasta documentazione inedita, Turi ha fatto a meno
delle letture speculari e contrapposte che fino ad allora avevano
messo in luce, da un lato, la fase della creatività filosofica di
Gentile fino al primo dopoguerra, dall'altro quella della sua azione
politica identificata unicamente con il fascismo. La scelta di
ricostruire il suo percorso biografico, sottolineando le scansioni
cronologiche e il contesto in cui Gentile aveva operato, hanno
permesso a Turi di superare questa dicotomia e di individuare i fili
che legavano la sua riflessione filosofica, storica e pedagogica, alle
scelte civili e politiche. Turi ha offerto così un profilo ricco di
sfaccettature, ma provvisto di una sua intima coerenza, dal periodo
giolittiano alle battaglie per la riforma della scuola, dall'adesione
al fascismo alla tragica morte nel 1944.
Come storico dell'editoria, Gabriele Turi ha curato "Casa Einaudi.
Libri, uomini, idee oltre il fascismo" (Il Mulino, 1990), "Storia
dell'editoria nell'Italia contemporanea" (Giunti, 1997), "Editori
italiani dell'Ottocento. Repertorio" (Franco Angeli, 2004) e "Libri e
lettori nell'Italia repubblicana" (Carocci, 2018). Con Il Mulino ha
pubblicato "Il fascismo e il consenso degli intellettuali" (1980),
"Fare gli italiani" (curato con Simonetta Soldani, 2 volumi, 1993),
"Viva Maria. Riforme, rivoluzione e insorgenze in Toscana" (1999), "Il
mecenate, il filosofo e il gesuita. L'Enciclopedia italiana, specchio
della nazione" (2002). Tra gli altri libri: "Lo Stato educatore.
Politica e intellettuali nell'Italia fascista" (Laterza, 2002); "Il
nostro mondo. Dalle grandi rivoluzioni all'11 settembre" (Laterza,
2006); "Schiavi in un mondo libero. Storia dell'emancipazione dall'età
moderna a oggi" (Laterza, 2012); "La cultura delle destre. Alla
ricerca dell'egemonia culturale in Italia" (Bollati Boringhieri,
2013); "Sorvegliare e premiare. L'Accademia d'Italia, 1926-1944"
(Viella, 2016), "Guerre civili in Italia 1796-1799" (Viella, 2019),
"Progettare il futuro. La cultura dei socialisti italiani. 1890-1915"
(Viella 2022), "'Israelita ma di eccezione'. Ebrei perseguitati
nell'università italiana" (Firenze University Press, 2021), "L'isola
dei morti. Stranieri nella Firenze di metà Ottocento" (Carocci, 2024).
Turi è stato inoltre membro del comitato direttivo della Biblioteca
toscana di storia moderna e contemporanea dell'Unione Regionale delle
Province Toscane.