Nel fantastico mondo della propaganda populista della misera destra teramana, dove sempre più spesso la realtà viene cucinata con la fantasia, fa oggi capolino un nuovo capolavoro.
Alcune testate giornalistiche locali riportano il comunicato di un politico leghista nostrano che collega eventi scollegati con la maestria di un romanziere del complotto.
Ci troviamo di fronte a una sceneggiatura che intreccia un’aggressione – che il noto personaggio definisce ‘camorristica’ ma che diversi testimoni affermano non essere mai avvenuta – il presunto disfacimento dell’ordine cittadino e i nostri striscioni in onore della Resistenza e contro il revisionismo fascista, come se tutto facesse parte di un’unica oscura sottotrama.
Un intreccio degno di un thriller politico di serie B, dove elementi del tutto scollegati vengono magicamente fusi con l’unico scopo di seminare indignazione e ottenere consenso.
La ricetta è sempre la stessa:
1. Si prende un’azione politica chiara e legittima (come il nostro striscione a favore della Resistenza jugoslava e contro la narrazione favolistica sulle foibe).
2. La si accosta a fatti di cronaca totalmente scollegati – per di più fasulli, come quello del rovesciamento di un banchetto - che suonano abbastanza minacciosi da funzionare come grimaldello emotivo.
3. Si condisce il tutto con insinuazioni e domande retoriche.
4. Si lascia cuocere a fuoco alto sulla stampa locale.
Ed ecco servito l’ennesimo capolavoro di disinformazione, pronto per essere rilanciato sui social e alimentare facili consensi.
La costruzione di una narrazione del pericolo non è casuale.
C’è chi con la paura costruisce intere carriere, chi la alimenta per fabbricare nemici su cui far avanzare repressione e controllo, chi la usa come strumento di propaganda politica.
La paura è il loro miglior spot elettorale, l’insicurezza il pretesto perfetto per invocare più polizia, più repressione, più sorveglianza.
Nel frattempo, spargendo tutto questo letame sulla città, si concima il proprio terreno per le prossime campagne elettorali, dove parole come “ordine”, “disciplina” e “sicurezza” serviranno a far abboccare al proprio amo la parte più ignorante e reazionaria della nostra povera Teramo.
Agli avvelenatori di pozzi, a chi vive di menzogne e specula sulla paura, non concederemo mai nulla. A loro risponderemo con la verità e con il disprezzo che meritano.
LA CASA DEL POPOLO