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SappiloIl 29 luglio 1875, dopo pochi mesi di vita, “La Spirail giornale di Giovanni Bovio chiude i battenti e per Enrico Sappia, che ne è stato collaboratore, l’offerta del deputato pugliese Francesco Paolo Catucci di fare da istitutore a suo figlio Michelino, che studia a Napoli, è una ghiotta opportunità. Gli consente di non avere problemi di sussistenza economica, trovandosi al momento del tutto sprovvisto di denaro e di risorse, e di potere al tempo stesso dedicarsi a ciò che maggiormente lo attrae dopo aver dovuto abbandonare la vita avventurosa di cospiratore ed agente segreto di Mazzini, morto nel 1872: i suoi studi storici. Sappia accetta l’offerta e si dedica con scrupolo all’impegno che si è assunto, a partire dall’anno scolastico 1875-76. Ma, poiché Catucci è solito passare le vacanze autunnali, un breve periodo di due mesi, a Bitonto, nell’ottobre 1875 porta con sé nella sua cittadina natale il suo amico e istitutore del figlio, che si presenta con il nome di prof. Enrico Teodoro De Simone. Il primo nome è quello suo di battesimo, il secondo è quello del suo quasi omonimo ThéodorEmanuelSapia, morto sulle barricate a Parigi nel 1871, e il cognome è una trasposizione del cognome di sua madre, Simon. Spesso fa questi giochi nella scelta dei suoi pseudonimi, assumendo nomi con le iniziali E.S. corrispondenti a quelle del suo vero nome (Ernesto Sigilli, Ermenegildo Simoni), preferendo tacere sulla sua vera identità e sul suo passato, spargendo attorno a sé un’aura di mistero. Tra l’altro, si firma E. T. De Simone, quasi ad oscurare o celare parzialmente i nomi e mettere in maggiore evidenza il cognome.

Tra Enrico Sappia e la Puglia nasce un rapporto che durerà sei anni, fino a quando l’ex agente di Mazzini si trasferirà definitivamente in Abruzzo, da lui visitato un paio di volte in precedenza. Frutto di quel rapporto sono gli “scritti pugliesi”, così come frutto del rapporto tra lui e l’Abruzzo sono gli “scritti abruzzesi”. Se la sua permanenza a Molfetta e a Bari produce testi effimeri e strettamente giornalistici, fortemente polemici, come quelli pubblicati sul giornale da lui fondato e diretto (La Lima1880) per sostenere in una dura lotta elettorale Giovanni Bovio e altri candidati dellaSinistra,la sua precedente permanenza a Bitonto produce testi sulla storia della cittadina pugliese di indubbia validità, nonostante qualche critica sollevata da studiosi sia a lui contemporanei che successivi, compresi in due libri: “Pochi giorni a Bitonto” (2 voll., 1876) e “Storia della città di Bitonto” (1877).

Enrico Sappia e gli scritti pugliesi” è il settimo libro su Enrico Sappiadi Elso Simone Serpentini, da diversi anni impegnato nella ricostruzione della biografia del nizzardo. Segue la biografia scritta nel 2009 a quattro mani con lo storico francese Maurice Mauviel (“Enrico Sappia.Cospiratore e agente segreto di Mazzin”), “Gli scritti abruzzesi, in cui ha raccolto nel 2016 tutto ciò che Sappia pubblicòdurante la sua permanenza in Abruzzo; la traduzione pubblicata nel 2020 di “Mazzini. Storia delle cospirazioni mazziniane, un libro scritto da Sappia con lo pseudonimo di Ermenegildo Simoni e pubblicato a Parigi nel 1869; “Il prigioniero dimenticato” scritto a quattro manicon Loris Di Giovanni sulla detenzione del nizzardo a Castel dell’Ovo di Napoli dal 1850 al 1854 e pubblicato nel 2021, e infine “Enrico Sappia davanti all’Alta Corte di Blois, (pubblicato nel 2022, ed “Enrico Sappia, Nizza e i Vespri Nizzardi”, pubblicato nel 2024, tutti editi da Artemia.

Il nuovo libro, “Enrico Sappia e gli scritti pugliesi”, verrà presentato a Teramo nell’ambito degli eventi culturali dei festeggiamenti per la Madonna delle Grazie nella tensostruttura appositamente collocata nel piazzale del Santuario a causa dell’Associazione Teramo Nostra. Dopo il saluto del presidente di Teramo Nostra Piero Chiarini, dialogheranno con l’autore Maria Cristina Marroni e Luigi Guerrieri.