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paolucciiPreme al gruppo che rappresento esplicitare al meglio le considerazioni poste all’attenzione dell’Assessore Regionale Paolucci nel corso del consiglio straordinario sulla sanità del 02 ottobre 2015. In prima battuta duole rimarcare l’assenza del Presidente della Regione Abruzzo, impegnato, a dire dei più, in una riunione di partito, evidentemente considerata dal Governatore più importante della discussione sul futuro della sanità abruzzese e teramana. Il Presidente ha perso di certo un’occasione, dimostrando indifferenza nei confronti di una comunità dalla storia millenaria nonché di una realtà sanitaria, quale quella della ASL  di Teramo, fatta di donne e uomini che giornalmente operano per la salute di tutti. Nel merito delle questioni poste, invece, nonostante l’affabilità, le risposte sono risultate fumose e niente affatto soddisfacenti. Difatti, evidenziate le eccellenze sanitarie del territorio si chiedeva all'Assessore Paolucci, se la giunta e la maggioranza regionale di centrosinistra avessero una “visione” per questo territorio e se avessero immaginato una città ed una provincia specializzata nell’offerta di salute, in perfetta coerenza, peraltro, con la storia di Teramo, che da sempre, da quando era un “Municipium”, è stata un punto di riferimento tecnico-amministrativo per i propri cittadini e l’intero territorio provinciale. Alcuna risposta è arrivata dall’Assessore Paolucci, che, però, ha lasciato trasparire l’aleggiante volontà, vista l’assenza del Governatore, di fare una ASL unica con sede a Pescara. Tale eventualità non solo non porterebbe ad alcun risparmio, ma anzi comporterebbe l'allontanamento del luogo di ascolto e di decisione dal nostro territorio. Una sorta di accentramento democratico (?) la cui utilità è incomprensibile, vista anche la negativa esperienza della ASL unica, già sperimentata nelle vicine Marche. Unificare in una macro struttura le differenti anime della Regione Abruzzo, con bisogni, caratteristiche e territori totalmente differenti, non è peraltro richiesto da nessuna norma, nemmeno dal famigerato decreto Renzi-Lorenzin. E’ icto oculi il fatto che i problemi dell’area metropolitana Pescara-Chieti non possono essere accomunabili a quelli delle aree interne, che, ricordiamo, anche se meno abitate, rappresentano più della metà del territorio regionale. Come gruppo politico abbiamo chiesto, e torniamo a domandare al Governo regionale di centrosinistra di spiegarci, qualora ve ne sia una minima idea, quale ruolo, nel loro ipotetico disegno, devono avere Teramo e provincia nel quadro regionale. A nostro avviso, e lo ribadiamo, questo territorio si può e si deve qualificare come il luogo della sanità pubblica di eccellenza e della qualità della vita, ma a questo scopo occorre una Regione Abruzzo consapevole e vicina,  che compia atti concreti e meno concentrata sulla esigenze esclusive della città di Pescara. Avv. Giovannibattista Quintiliani Capogruppo di Futuro In