Da 5200 a 1600 lavoratori; da 1300 a 450 imprese; da 52 milioni di euro a 24 milioni di euro di massa salari: questi sono i numeri dell’edilizia teramana dal 2008 al 2015. "Enormi sono gli sforzi che come Cassa Edile, Scuola Edile, Comitato Tecnico della Sicurezza ed RLST, abbiamo profuso negli anni di crisi, investendo enormi risorse per essere pronti per la ripartenza del settore delle costruzioni, soprattutto relativamente alla ricostruzione post terremoto nella provincia di Teramo. Purtroppo la burocrazia delle nostre amministrazioni pubbliche ed il sistema corporativo e clientelare ormai insito nel nostro paese, hanno ritardato di ben 5 anni, dalla tragedia del terremoto, l’avvio delle procedure per le pratiche di ricostruzione". A sostenerlo, in una nota, è il segretario della Filca Cisl, Giancarlo De Sanctis, che plaude alle attività promosse dall'UTR3 di Montorio al Vomano che "in un solo anno, ha permesso l’apertura cantieri per oltre 5 milioni di euro di lavori. Ma l’azione dell’UTR3 è solo alla fase di avvio..." Spiega De Sanctis: "Il cuore della ricostruzione si concretizzerà nei prossimi mesi quando, dopo aver concluso la fase progettuale dei Piani di Ricostruzione degli otto comuni del cratere (Montorio, Tossicia, Colledara, Fano Adriano, Pietracamela, Arsita, Penna S.A. e Castelli), si avvierà la fase di cantierizzazione, sviluppando circa 350 milioni di euro di lavori in cinque anni, una media di 35/70 milioni di euro l’anno. Basti pensare che Montorio al Vomano, dopo L’Aquila, rappresenterà il cantiere più grande d’Abruzzo, con un piano che svilupperà oltre 100 milioni di euro.A tutto ciò si aggiungono i 25 comuni fuori cratere, fra cui Teramo capoluogo, in cui si svilupperanno oltre 3000 pratiche di ricostruzione, quindi oltre 3000 cantieri.Questo vuol dire che la massa salari del settore edile della provincia di Teramo sarà pressoché raddoppiata rispetto ad oggi, garantendo lavoro ad oltre 1500 occupati.Ma perché tali numeri diventino reali è indispensabile evitare il prevalere dei fenomeni distorsivi che hanno caratterizzato la ricostruzione a L’Aquila, e che hanno generato un sommerso di oltre il 50% delle risorse pubbliche investite.Dobbiamo agire attraverso meccanismi preventivi che intervengano a monte, prima dell’avvio dei cantieri, e che seguano il cantiere passo passo, fino alla sua conclusione, nel rispetto della legalità, dei contratti di lavoro, della sicurezza e soprattutto della tempistica esecutiva, indispensabile per l’avvio di nuovi cantieri.Stiamo parlando di 25 comuni in cui si svilupperanno oltre 3000 pratiche di ricostruzione; quindi 3000 cantieri".
Per far ciò, la Filca Cisl di Teramo insieme alle altre parti sociali, chiederà al Prefetto l’istituzione di un osservatorio presso la Prefettura, del quale dovranno far parte l’UTR3, le parti sociali, gli Enti Bilaterali del settore. "L’obiettivo è quello di canalizzare al suo interno le notifiche preliminari dei cantieri della ricostruzione e verificare, prima dell’avvio dei lavori, il possesso dei requisiti previsti dalla legge, al fine di impedire che parte o tutta la massa salari dell’appalto finisca nelle maglie del sommerso", prosegue De Sanctis, "Questo anche al fine di salvaguardare il committente privato da responsabilità civili e penali e per tutelare l’investimento pubblico come patrimonio della collettività. Dimostriamo alla crisi ed a tutti coloro che la usano per salvaguardare i loro interessi di parte a discapito della collettività, che i tempi sono cambiati e che noi siamo cambiati; abbiamo la forza fisica e morale per superare la crisi e siamo intenzionati a farlo.Facciamo ripartire l’edilizia e la nostra provincia tornerà a dare lavoro, prosperità e serenità alle nostre famiglie".
[caption id="attachment_32858" align="aligncenter" width="300"] 20090406 - CLJ - L'AQUILA - - TERREMOTI: BERTOLASO, SCENARI INDICANO NUMEROSE VITTIME. Una via del centro dell'Aquila sommersa dalle macerie. Secondo i soccorritori il bilancio delle vittime potrebbe essere alto.
MASSIMO PERCOSSI/CLAUDIO PERI/ANSA/MAC[/caption]