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ospedale_teramoChe si chiudano gli ospedali della provincia di Teramo. E’ la provocazione che lanciano le scriventi Federazioni delle Funzioni Pubbliche della Cgil, Cisl e Uil di Teramo a causa del perdurare delle problematiche legate alla cronica mancanza di personale. Si è più volte detto che quella di Teramo rappresenta l’unica Asl senza la presenza sul territorio di cliniche private in grado di assorbire parte dell’utenza ospedaliera; che si tratta di una Asl che ha sempre rispettato gli standard regionali previsti nel piano di rientro dal commissariamento; che si tratta di una Asl di confine che vede, gioco forza, una accentuata mobilità passiva che potrebbe essere ridotta drasticamente se solo si garantisse personale sufficiente. Quale azienda, pubblica o privata, infatti, potrebbe funzionare con una carenza in organico di circa 200 medici, 240 infermieri e 160 oss? La governance teramana è costretta a mettere continuamente in campo misure tampone che rappresentano solo una boccata di ossigeno erogata a chi sta morendo soffocato. Il problema deve essere affrontato in maniera definitiva in modo da permettere una gestione della sanità teramana adeguata ai suoi standard qualitativi. Le piccole proroghe, le assunzioni temporanee, non rappresentano la soluzione del problema. La carenza di personale, aggravata dalla necessità della applicazione della normativa europea in tema di orario di lavoro, acuisce in maniera esponenziale la possibilità di errori, errori sino ad oggi evitati grazie alla professionalità e lo spirito di sacrificio dei dipendenti. Bene il piano contro le cadute dei pazienti, divenute ormai un’emergenza, approntato dalla Asl di Teramo, che prevede la possibilità di far indossare ai pazienti più a rischio braccialetti gialli in modo da rendere immediatamente evidente la necessità del paziente stesso di essere sempre accompagnato in caso di bisogno di deambulazione. Ma con quali risorse umane considerato che spesso nei reparti rimane un solo infermiere? Non è dunque più immaginabile una situazione di quotidiana emergenza che mette a rischio la erogazione dei livelli minimi di assistenza, fino ad oggi assicurati grazie alla dedizione del personale. Se non si pongono gli ospedali della provincia di funzionare con un minimo di normalità, che si chiudano.    
FP CGIL Amedeo Marcattili CISL FP Andrea Salvi UIL FPL Alfiero Di Giammartino